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mercoledì, Aprile 24, 2024
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De Laurentiis, ancora veleno su Sarri: “Ipocrita e traditore, via da Napoli per soldi perché…”

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L’altro giorno Carlo era a Ischia, mi ha telefonato entusiasta: Aurelio, io qui ci potrei restare anche sei anni. Sono fiero di aver individuato un uomo del suo livello, non solo professionale. Con lui si vive un rapporto umano, discutendo amabilmente dei reciproci interessi”. Parole al miele di Aurelio De Laurentiis, in un’intervista al Corriere dello Sport, per il suo tecnico Carlo Ancelotti. Il patron azzurro racconta come nasce l’idea di portare a Napoli “Carletto”: “Erano anni che avevamo contatti telefonici, ogni tanto Carlo si informava di nostri calciatori e io con lui dei suoi. Mi aveva colpito il suo equilibrio ma anche la sua educazione, perché quando intuiva che non ci sarebbero stati margini per trattative non insisteva”.

SARRI. Non mancano le stoccate a Sarri. Prima con una battuta su Ancelotti che sembra avere riferimenti sul passato: “se parlo di calcio, non si offende: prima del Liverpool, al mattino, gli ho telefonato e così, ho espresso pareri. E lui con garbo, autorevolezza e autorità, mi ha detto: presidè, stai tranquillo, la vinciamo. L’ho preso in parola e all’87esimo ho detto: ma vuoi vedere che succede? E’ successo. Non può capire la mia reazione”. Poi la stoccata al suo ex tecnico, da parte del produttore cinematografico, è diretta: “Io credevo, tre anni fa, di aver incontrato un allenatore che sarebbe rimasto qua per un lungo periodo, avrei potuto trattenerlo, perché aveva altri due anni di contratto. Ma ad un certo punto è diventata solo una questione di danaro. E’ strano questo mondo in cui, di colpo – attraverso l’ambiente, l’impatto mediatico o certi opinionisti – si stabilisce che un contratto vada adeguato. Ma allora che valore ha quell’accordo appena scritto? Tenga presente che noi eravamo già passati da 700.000 euro a 1.550.000. Poi una volta ho sentito dire: al prossimo accordo voglio arricchirmi. E mi sono chiesto: allora le dichiarazioni sull’amore per la città? Io ci avevo creduto, però poi mi sono domandato: e se mi stesse usando come sponda?”. 

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I CALCIATORI. Il patron, però, parla anche dei suoi calciatori. Di Insigne dice: “Non mi ha stupito. E’ un prodotto del Napoli e di Napoli, città complicata nella quale è più difficile che altrove essere profeta in Patria. Un altro, al suo posto, avrebbe potuto dire: ma chi me lo fa fare? E invece ha dimostrato di essere uomo, ha una testa per ragionare. E per me è uno di famiglia”. Mentre sul rinnovo di Zielinski riferisce: “Quella di Piotr è una partitura ancora tutta da scrivere e da immaginare. Il vero Zielinski non è stato ancora visto appieno e codificato del tutto e questa altalena forse genera in lui un’insicurezza a cui saprà ovviare”.

BILANCI E FUTURO. Infine il patron fa un bilancio di 15 anni di azzurro: “Settembre 2004 è stato il momento magico di questa epoca: aver rilevato il Napoli dal fallimento, averlo portato dove siamo, con l’ammirazione internazionale e un futuro che ci aspetta. Come lo immagino? Vincente in Italia e in Europa”. 

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