14.4 C
Napoli
giovedì, Maggio 2, 2024
PUBBLICITÀ

Diagnosticato l’Alzheimer a uno studente di 19 anni, è il caso più giovane al mondo

PUBBLICITÀ

Un team di ricercatori cinesi ha affermato di aver scoperto il malato di Alzheimer più giovane al mondo. Si tratta di un 19enne di Pechino a cui è stata diagnosticata la patologia neurodegenerativa, normalmente associata agli anziani. Lo scrive il Journal of Alzheimer’s disease.

La malattia di Alzheimer ad esordio precoce, che colpisce persone di età inferiore ai 65 anni, è considerata poco comune in quanto rappresenta solo il 5-10% di tutti i casi noti. Quasi tutti i pazienti con Alzheimer sotto i 30 anni presentano mutazioni genetiche (PS1, PS2, APP) che predispongono alla malattia. Nonostante ciò, il 19enne non presenta ancun caso di mutazione genetica legate alla demenza e ciò rende il suo caso unico. Si tratta quindi di una forma di Alzheimer precoce mai riscontrata prima.

PUBBLICITÀ

I sintomi

Le prime difficoltà sono apparse quando il giovane aveva solo 17 anni, durante gli anni del liceo. La situaizone è poi peggiorata l’anno dopo, quando ha cominciato a soffrire di perdita di memoria a breve termine. Si dimenticava, ad esempio, di cosa avesse fatto il giorno prima o di dove avesse riposto un determinato oggetto. Inoltre ha cominciato ad avere difficoltà a leggere e ad avere reazioni rallentate. La sua memoria è così gradualmente diminuita: perdeva spesso le sue cose, non ricordava se avesse o no mangiato, non riusciva a terminare i compiti. Alla fine è stato costretto ad abbandonare il liceo.

La scoperta della malattia

I medici che lo hanno seguito, gli scienziati del National Clinical Reasearch Center for Geriatric Diseases di Pechino, hanno sottoposto il giovane a un test standardizzato approvato dall’Organizzazione mondiale della Sanità per valutare le sue capacità di memoria, che sono risultate compromesse. In seguito ad esami più approfonditi, come la risonanza magnetica, è stata evidenziata l’atrofia dell’ippocampo bilaterale e un ipometabolismo nel lobo temporale bilaterale, entrambi segnali tipici dell’Alzheimer. Inoltre, l’esame del liquido cerebrospinale del paziente ha rivelato una maggiore concentrazione di proteina tau, biomarcatore delle malattie neurodegenerative.

“Tutti i dati riportati vanno nella direzione di una diagnosi di Alzheimer sebbene quando si verifica un esordio precoce in genere c’è una base genetica ben chiara che in questo caso non c’è” commenta Alessandro Padovani, direttore della Clinica di Neurologia all’Università di Brescia. “Casi ad esordio giovanile, tra i 28-32 anni sono noti, e sono tutti legati a mutazioni genetiche. Tuttavia non sono mai stati descritti casi così precoci, per lo più slegati da storie familiari o mutazioni genetiche. La storia di questo ragazzo è eclatante perché ci sono già segni evidenti di malattia in un’epoca inaspettatamente anticipata”.

“Lo studio – concludono gli autori – ha l’obiettivo di porre attenzione alla malattia di Alzheimer ad esordio precoce. Esplorare i misteri dei giovani con morbo di Alzheimer potrebbe diventare una delle questioni scientifiche più impegnative nel futuro”.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Il pestone in discoteca, la lite e l’accoltellamento: convalidato per tentato omicidio il fermo del 17enne

Si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso dichiarazioni spontanee per scusarsi con le famiglie dei...

Nella stessa categoria