Eseguita l’infusione del trapianto al piccolo Filippo. E’ un bambino di otto mesi, malato di linfoistiocitosi emofagocitica, una malattia genetica grave. Sta bene dopo l’operazione. A darne comunicazione è Serena, la mamma del piccolo Filippo. «I follower di Filippo su facebook sono rimasti in piedi tutta la notte. Tutti incollati alla pagina fino a che non hanno ricevuto la buona notizia». Lo fanno sapere da Admo Lombardia, l’associazione dei donatori di midollo osseo (come si diventa donatori: leggete qui). «Ora – spiega l’Admo Lombardia – bisogna aspettare cento giorni per sapere se le cellule avranno attecchito e il corpo le assimilerà e i globuli bianchi possano salire».
La sacca con il midollo del donatore (una donna tedesca) è atterrata all’aeroporto di Milano Linate ed è stata portata da un volontario della protezione civile. Da lì è stata trasportata agli spedali civili di Brescia dove il laboratorio, presa visione del prodotto, ha valutato il tipo di lavorazione a cui sottoporre il midollo per renderlo il più possibile adatto al corpo di Filippo. Tecnicamente, poi si è trattato di una semplice infusione, simile a una trasfusione di sangue.
Cos’è la linfoistiocitosi emofagocitica che ha colpito Filippo
La linfoistiocitosi emofagocitica Hlh è un disordine legato alla attivazione/proliferazione incontrollata delle cellule macrofagiche, una classe di globuli bianchi deputata alla difesa contro agenti esterni. Senza un trapianto di cellule staminali emopoietiche, è caratterizzata da un esito infausto. La malattia colpisce circa un neonato su 50mila, quindi il numero di nuovi casi attesi in Italia è stimabile attorno a una decina l’anno. L’Aile – Associazione Italiana Linfoistiocitosi Emofagocitica – Progetto Hlh aveva fatto un appello accorato su Facebook per trovare un donatore compatibile.
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L’operazione
La procedura è iniziata alle 23.30 di mercoledì sera, in un ambiente totalmente sterile: “Ecco fatto. Tra le 23.30 e le 23.40 è avvenuto il mio trapianto: 10 minuti in una siringa di liquido rosa”. Ad eseguire il trapianto a Brescia è stato il professor Fulvio Porta, responsabile del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale.