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sabato, Maggio 4, 2024
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Hashish a ‘pagherò’ e mesate ‘appese’, la crisi economica del clan Abbinante

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Prezzi quintuplicati, scarsa disponibilità di liquidità e assenza di linee di credito. Sembra una tipica vicenda di un’azienda in crisi alle prese con l’approvvigionamento delle materie prime, invece, ciò sarebbe stato un sintomo della negativa congiuntura vissuta dal clan Abbinante. 

La difficoltà nell’acquisto dell’hashish avrebbe causato problemi anche agli incassi delle piazze di spaccio, infatti, parte di quei soldi sono destinati alle mesate degli affiliati, contributo fondamentale per potersi assicurare la loro fedeltà. Dunque la carenza di liquidità è emersa nell’ultima inchiesta della Dda che ha collegato le parole di un importante collaboratore di giustizia e le intercettazione tra i membri del clan.

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LA CRISI DELL’HASHISH RACCONTATA DAL PENTITO

E’ Luigi Rignante, una delle voci di dentro della cosca del Monterosa, che ha fatto luce sul momento di ristrettezza economica, addirittura, uno dei boss non avrebbe avuto la liquidità necessaria per comprare il ‘fumo’ a fronte dei pagamenti immediati richiesti dei narcos.

«Dopo un periodo di 7/8 mesi, iniziammo a vedere che l’hashish non arrivava, ma non solo a noi, ma in generale, a Napoli. Siamo, se ricordo bene, nel 2019. Contestualmente, il
prezzo di tale sostanza aumentò moltissimo, da poco più di 1000 euro al kg fino addirittura a 5000 al kg. Fu un grosso problema, perché Raffaele Abbinante non aveva disponibilità economica sufficiente (esempio, comprare 10 kg di fumo non servivano 10.000 ma a 50.000 euro) e se prima la vendevano “a pagherò” (cioè con pagamento dopo la vendita al minuto), ora non si poteva più, perché i fornitori volevano essere pagati subito.
Abbiamo quindi fatto ricorso a Giovanni Gelsomino, il “broker” del clan, che da
allora in poi ci ha aiutato, nel senso che lui procurava l’hashish sul mercato e ce lo dava
noi per farcelo vendere. Preciso che è da questo periodo in poi che ho comincialo a dare
2000 euro al mese a Raffaele (come risulta dal manoscritto di cui ho parlato all’inizio), in
quanto il sistema che avevamo prima, e che ho sopra descritto, di divisione dei guadagni,
non era più possibile. Qualcosa facevamo anche “sotto banco “, nel senso che altri acquistavamo da Gelsomino ‘‘dichiaravamo’’ a Raffaele Abbinante». L’ultimo boss citato non è indagato nell’ultima inchiesta ma è stato raggiunto da un provvedimento giudiziario nel 2021.

I PROBLEMI DELLE MESATE

Della consegna delle mesate era incaricato il ras Paolo Ciprio, sempre accompagnato dal capoclan Arcangelo Abbinante. Il 7 marzo del 2018 sarebbero già emersi alcuni problemi in un’intercettazione nella quale il ras Paolo Ciprio si sarebbe lamentato con Salvatore Iorio: “E poi le mesate quando ce le dà?! a Pasqua?!“.

Alcuni giorni dopo il clan Abbinante avrebbe dovuto risolvere un problema con Giovanni Gelsomino, alias Millelire, e perciò avrebbe ritardato ancora il pagamento degli ‘stipendi’. Sono due gli stralci interessanti delle conversazioni degli indagati grazie ai quali gli inquirenti hanno ricostruito le difficoltà economiche della cosca del Monterosa .

IL PRIMO STRALCIO

Claudio Di Napoli: Ci hanno appeso anche questo mese, gli ho detto va bene a posto … Non dobbiamo fare parte più di questa famiglia?

Salvatore Iorio: E lui che ha detto?

CdN: Ha detto ma no tu hai ragione, ma io gliel’ho detto, mica possiamo stare così, mi fai sentire in colpa ma tu poi lo sai le cose come sono andate … Dobbiamo aspettare questi altri 6/7 giorni, insomma le mesate nuove. Gli ho detto va bene sta a posto … Quando è domani mattina vengo e mi chiarisco io con questo…

IL SECONDO STRALCIO

Claudio di Napoli: Ma sai che pure a Giovanni non gli hanno dato niente?

SI: Chi Giovanni?

CdN: Giovanni Millelire, me l’ha detto Giovanni Mellone (soprannome di Esposito Giovanni, classe 88 ndr)

SI: Ah!!!

CdN: Quello disse vicino a me, quello ora questo mese mio fratello… bu bu bu, è stato per il problema che abbiamo avuto con Giovanni Millelire che abbiamo dovuto dare i soldi a quelli di Melito, ha detto, Giovanni Mellone ha detto non gli danno dato un centesimo a Giovanni Millelire. Ma come? Tu mi fai il discorso di quelli di Melito, hai apparato il fatto di questi di Melito poi mi viene Giovanni Mellone, ma che stiamo facendo.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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