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sabato, Maggio 4, 2024
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Febbre Dengue, salgono a 76 i casi di contagio: paura nel basso Lazio, anche la Campania è in allerta

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Salgono a 4 i casi in più rispetto alla scorsa settimana di febbre Dengue in Italia, questi sono riferiti a quattro episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi, in provincia di Latina e in provincia di Roma.

Febbre Dengue

Salgono in totale a 76 i casi di febbre di Dengue trasmessi localmente in Italia, sono quindi in aumento rispetto ai 72 della scorsa settimana. I casi sopracitati sono riferiti a quattro episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi (37 casi confermati), in provincia di Latina (2 casi) e in provincia di Roma (36 casi). Tutti i casi, di cui è noto l’esito, sono guariti o in sono comunque in via di miglioramento. Per quanto riguarda invece il contagio non “autoctono”, ovvero importato da altri Paesi, si contano 241 casi notificati. Il totale dei contagi sale quindi a 317. Questo è quanto emerge dal bollettino della febbre Dengue aggiornato dall’Istituto superiore di sanità (Iss).Anche la Campania è in allerta. 

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Spinto da estati sempre più calde e lunghe, cresce, in Italia, il numero di infezioni trasmesse da zanzare.

Dall’inizio dell’estate a oggi, quelle colpite da febbre del Nilo, salite a 237 di cui 13 sono decedute. Così come crescono, e sono ora 19, i casi Dengue ‘autoctoni’ ovvero trasmessi in Italia e non come accade in genere per questo virus, da altri Paesi. A sorvegliare le principali malattie trasmesse attraverso le zanzare è l’Istituto Superiore di Sanità, che ne monitora costantemente la diffusione. Il primo caso di infezione da febbre del Nilo della stagione è stato segnalato dall’Emilia-Romagna a luglio nella provincia di Parma. Da allora, secondo il bollettino di Sorveglianza dell’Iss aggiornato al 13 settembre, sono arrivate a 49 le Province in cui circola e a 9 le Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna. La malattia è spesso asintomatica; circa il 20% presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati. I sintomi più gravi si presentano in meno dell’1% dei casi e comprendono convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Quest’ultima si chiama forma neuro-invasiva e dei 237 casi di infezione da West Nile 138 si sono manifestati proprio così (di cui 24 Piemonte e 41 Lombardia).

“La globalizzazione degli spostamenti e la tropicalizzazione del clima dell’Italia stanno facendo crescere infezioni limitate prima ad altre parti del mondo, hanno iniziato a circolare in Italia, come West Nile, Dengue e la Chikungunya veicolate dalla zanzara Aedes albopictus. I casi sono sottostimati rispetto a quelli reali”, spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società di Malattie Infettive e tropicali (Simit).

Sono stati invece, quest’estate, 146 casi di Dengue importati da altri Paesi, mentre sono 19 i casi trasmessi localmente in Italia, ovvero quelli che preoccupano gli esperti. In base al bollettino aggiornato all’11 settembre 2023, questi casi sono riferiti a tre episodi di trasmissione non collegati tra loro nelle province di Lodi (14), di Latina (2) e di Roma (3). “La trasmissione del virus Dengue – spiega l’Iss – è sostenuta dalla proliferazione del suo vettore, la zanzara Aedes albopictus, ormai presente in gran parte d’Europa”. Il problema che la Dengue sia diventata autoctona, precisa Andreoni che ha la cattedra di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma, “è abbastanza rilevante perché è potenzialmente letale, in particolare nei casi di reinfezione. Non colpisce solo i fragili, io stesso anni fa, ne sono stato colpito, in Thailandia con febbre a 40 e encefalite. Non ci sono farmaci attivi, non ci proteggono le mascherine, l’unico strumento è la riduzione dell’esposizione alle punture di zanzare”.

É, invece, un arbovirus simile al West Nile, il ‘Toscana virus’ identificato in un ragazzo di 25 anni, ricoverato al Policlinico San Martino di Genova con un’encefalite. Conosciuto fin dal 1971, quando venne isolato appunto in Toscana, è trasmesso dai pappataci, insetti molto simili alle zanzare.

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