In una delle interviste più sincere e toccanti della sua vita, Igor Protti ha raccontato pubblicamente la sua lotta contro il tumore. Con la lucidità di chi ha affrontato tante sfide, anche sui campi di Serie A e B, l’ex attaccante ha ammesso: «Il male sta vincendo», ma non per questo smette di combattere.
A 57 anni, Protti affronta la sua sfida più dura con il coraggio che lo ha sempre contraddistinto. Dopo un intervento chirurgico e cure complesse, ha deciso di condividere il suo momento con il pubblico, affidandosi a una metafora calcistica: «È come partire sotto 3-0, ma entro in campo e provo a ribaltarla».
L’ex bomber di Livorno, Bari, Lazio e Napoli ha raccontato anche l’emozione provata tornando allo stadio “Armando Picchi” per ricevere l’applauso della sua gente. Un ritorno carico di commozione: «Ero attaccato alla flebo della chemio. Quando sono entrato in campo e ho sentito quegli applausi, ho pianto. Non me ne vergogno».
I tifosi hanno risposto con una vera ondata d’affetto. Striscioni, cori, lettere, messaggi da tutta Italia: da Livorno a Bari, da Rimini a Messina. Una risposta collettiva che ha toccato profondamente l’ex calciatore, il quale ha definito questo sostegno «una valanga d’amore che mi ha fatto sentire meno solo».
Ad accompagnarlo in questo momento anche l’amico di sempre, Cristiano Lucarelli, che lo ha sostenuto nel suo ritorno pubblico allo stadio. Quel giorno, l’abbraccio simbolico di un’intera città è diventato un inno alla resilienza e al rispetto per chi combatte con dignità.
«So che si può vincere o perdere – ha detto Protti – ma ce la metterò tutta». Un messaggio diretto, senza retorica, che restituisce l’immagine di un uomo forte, autentico, che affronta la malattia con la stessa determinazione che ha sempre mostrato in campo.


