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domenica, Maggio 26, 2024
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Il 5 aprile si celebra San Vincenzo ‘O Munacone: la storia del Santo che fermò l’epidemia di colera a Napoli

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Oggi, 5 aprile, si festeggia San Vincenzo Ferreri. La sua devozione, a Napoli, è molto sentita: il Santo è infatti compatrono della città insieme ad altri 51 santi e, con 80 miracoli a lui attribuiti e presi in esame dalla Chiesa cattolica durante il processo di beatificazione, è uno dei santi più miracolosi della Chiesa cattolica.

In particolar modo, la ricorrenza del 5 aprile è molto sentita alla Sanità, infatti la Basilica di Santa Maria della Sanità, nata come segno di devozione dei napoletani alla Madonna, è conosciuta anche come la chiesa di San Vincenzo ‘O Munacone: al suo interno è custodita, infatti, la statua del Santo che secondo tradizione viene portata in processione per ringraziare il santo per aver protetto la città dall’epidemia di colera nel XIX secolo.

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La storia del Santo che ha protetto Napoli dal colera

Il Santo nacque a Valencia il 23 gennaio 1350 da una nobile famiglia. Durante tutta la sua vita, dopo essere miracolosamente guarito da una grave malattia, si impegnò molto per ricomporre lo Scisma d’Occidente poiché nel periodo in cui visse vi erano tre papi. San Vincenzo viaggiò costantemente per tutta l’Europa per predicare e convertire i peccatori.

Secondo la tradizione nel 1836 la statua fu portata in processione in occasione dell’ennesima epidemia da cui venne sconvolta la città e, grazie alla sua intercessione, il contagio terminò immediatamente e senza spiegazioni scientifiche. Da questo evento miracoloso, ogni 5 aprile giorno in cui si ricorda la sua morte, dopo la funzione presso la chiesa, vi è il caratteristico rito chiamato “trase e jesce”, durante il quale la statua viene portata in spalla dai devoti che saltellando a ritmo fanno entrare e uscire per tre volte di seguito la statua all’entrata della chiesa.

Oltre la statua della Sanità, numerosi sono i contributi provenienti dall’arte figurativa presenti nella città di Napoli che testimoniano il fascino che il santo ha suscitato non solo nel popolo basso ma anche negli artisti, pittori, scultori ed intellettuali che sono transitati per il centro partenopeo, come evidenziano la presenza del polittico del Colantonio dedicato al santo, conservato tutt’ora presso la Chiesa di San Pietro Martire all’Università, ed il busto d’argento del 1838, opera di Luigi Capozzi su disegno di Camillo Guerra.

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