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venerdì, Aprile 19, 2024
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Il collega non corrisponde il suo amore e lui pubblica il suo cellulare su siti per incontri gay

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i invaghisce di un coetaneo, conosciuto in ambienti di lavoro, che non lo ricambia e lo tormenta con telefonate e post sui social. Un 43enne è stato arrestato dai carabinieri per atti persecutori. Aveva anche collegato il numero telefonico della vittima a profili su siti d’incontri per gay. Già nel 2013, la vittima era stata oggetto di numerosi atti persecutori, attraverso squilli anonimi a tutte le ore del giorno, da parte dello stalker. Tutte vicende denunciate ai carabinieri e che si sono tradotte, da parte del GIP del Tribunale di Roma, in primis, in una misura cautelare che disponeva il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, con contestuale divieto di comunicare con la stessa attraverso qualsiasi mezzo, e poi in un’ordinanza di aggravamento di sottoposizione agli arresti domiciliari, fino alla definitiva custodia cautelare in carcere, scattata dopo che lo stalker, imperterrito, continuava a perseguitare la sua vittima.

Nel maggio scorso, il “perseguitato” ha iniziato nuovamente a ricevere numerose chiamate, sia sul cellulare personale che sulla linea fissa di casa, da parte di uomini che chiedevano di incontrarlo. Tutti parlavano di aver letto un suo annuncio. Ed è stato così che l’uomo vittima dello stalker ha scoperto che erano stati creati alcuni profili fake, associati ai suoi numeri di telefono, che pubblicavano richieste di incontri su siti di annunci per uomini con orientamento omosessuale, riportanti come foto del profilo il volto del suo stalker. Dopo l’ultima querela, i carabinieri della Stazione Roma Salaria hanno raccolto i nuovi elementi e hanno dato esecuzione ad una nuova misura cautelare che ha disposto gli arresti domiciliari per lo stalker, emessa dal GIP del Tribunale di Roma. Nonostante ai domiciliari, il 43enne ha continuato a perseguitare la vittima con decine di telefonate e con post offensivi sui social network. Violazioni che hanno fatto scattare un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare da parte del Gip che lo ha messo, questa volta, in carcere. Lo riporta l’Ansa.

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