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lunedì, Giugno 17, 2024
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Il mare del Golfo di Napoli sempre più caldo: temperatura in aumento di un grado centigrado 

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Gli esperti hanno posizionato un centinaio di sensori-termometro fino a 50 metri di profondità, sia a largo che sotto in costa, in 15 punti di osservazione nel Tirreno. Per la precisione in Campania a: Capri, Palinuro e Vico Equense. A questi punti di osservazione, si sono recentemente aggiunte anche tre stazioni coordinate dai nuclei subacquei della Guardia Costiera al largo di Portofino, lungo la Costiera Amalfitana e nel Golfo di Cagliari.

I dati raccolti rilevano delle anomalie di circa +0,5 gradi centigradi, a 100 metri di profondità nel golfo di Napoli, e punte di circa un grado centigrado in più nel Tirreno, nel canale di Sicilia e nello Ionio centrale. Gli esperti hanno confrontato l’aumento di un grado delle temperature del mare con i dati storici della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Grazie a questo confronto hanno scoperto che negli ultimi quarant’anni le temperature medie dei fondali del Golfo di Napoli sono aumentate di circa 1,5 gradi centigradi (da 14 a 15,5).

Le parole dell’esperto 

Quelli del mare sono dati assolutamente in linea con quello che sta accadendo a livello atmosferico. In Italia il 2022 è stato l’anno più caldo dell’era strumentale, il 2023 è stato appena più freddo del precedente ed i prini tre mesi dell’anno in corso sono stati assolutamente da record. Il mare ovviamente si riscalda anch’esso: gli oceani hanno assorbito il 93% del calore immesso dall’uomo in atmosfera” spiega Giorgio Budillon, che insegna Oceanografia, Fisica dell’Armosfera e Climatologia nell’università Parthenope, dove è anche prorettore alla Ricerca. “Un grado centigrado in più può sembrare una sciocchezza, ma non è così. Entrano in gioco potenziali di energia molto elevati. Un mare più caldo, per esempio, è un potente fattore di innesco di fenomeni meteo estremi che diventano sempre più frequenti, specie nelle stagioni di transizione” continua poi.

Mare – quali sono i punti balneabili in Campania

Sul versante della balneazione prosegue invece il monitoraggio dell’Arpac sui tratti della costa campana. Quest’ultimo è finalizzato a rilevare eventuali sforamenti dei valori di escherichia coli ed enterococchi intestinali, spie della contaminazione con acque di fogna. È cominciato a metà aprile e si protrarrà fino al 30 settembre.

A Napoli le prime analisi hanno portato una buona notizia: il recupero alla balneabilità del mare di Pietrarsa. Semaforo verde anche per il mare davanti a via Partenope, a Mappatella Beach e lungo tutta la costa di Posillipo, fino a Nisida. Resta interdetta Bagnoli, ma lì il problema è legato non tanto agli scarichi fecali quanto agli idrocarburi policiclici aromatici intrappolati nei fondali, eredità dell’Italsider.

Nel resto della costa da segnalare gli sforamenti per escherichia coli ed enterococchi intestinali rilevati dall’Arpac a Punta della Scrofa, nel Comune di Casamicciola Terme. Lì c’è il divieto di balneazione, potrebbe però rientrare con le nuove analisi. Sono quattro i punti non balneabili nel mare di Pozzuoli: effluente nord depuratore di Cuma, lido di Licola, Stabilimento Balneare, stazione Marina di Licola. Da rilevare, invece, gli ottimi risultati, alla vigilia della stagione balneare, della lunga costa casertana. Tutti i punti sono risultati non inquinati. In provincia di Salerno il Cilento conferma il suo primato per la qualità delle acque. A Salerno non balneabili i tratti ex fiume Irno e tra il Fuorni ed il Picentino.

 

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