E’ considerato il fedelissimo di Raffale Imperiale, il suo braccio destro. Ed infatti lo ha seguito anche dopo l’arresto, decidendo di passare anche lui da parte dello Stato. Stiamo parlando di Bruno Carbone, narcos di Giugliano arrestato anche lui a Dubai e diventato collaboratore di giustizia, proprio come imperiale. Carbone ha rilasciato alcune dichiarazioni ai magistrati. Il giorno 22 novembre, presso la sala magistrati della casa circondariale di
Rebibbia, davanti Pubblici Ministeri dott. Maurizio De Marco e dott. Lucio Giugliano, sostituti Procuratori della Repubblica presso il Tribunale di Napoli.
“Io e Imperiale eravamo a capo dell’organizzazione dedita allo spaccio di droga”, ammette Carbone, che poi svela nomi e ruoli di ciascun partecipante: “Omissis manteneva la contabilità, spostava il denaro telematicamente, in base ai nostri ordini. Ad esempio, a Napoli si consegnavano i soldi ad una persona, che li depositava su conti, e i soldi
ricomparivano ad esempio in Sudamerica. II nickname della persona cui a Napoli consegavamao i soldi è “Il Bello” e dopo che questi fu arrestato, c’era un altro soggetto di cui ora non ricordo il nome.
“Ho cominciato a lavorare con Imperiale verso fine 2014/inizio 2015, ma non ne sono sicuro.
Comunque da poco prima che dall’Olanda mi trasferissi a Dubai.
Col tempo sono entrato in società con lui. lo ero socio al 25%, con un altro 25% si pagavano le spese, ed il restante 50% era di Imperiale.
Clienti della nostra organizzazione, erano: San Giovanni a Teduccio, Torre
Annunziata, Melito, Fuorigrotta, i calabresi, un pugliese e un romano”.
Carbone è un fiume in piena e racconta tutti i dettagli su chi dava appoggi e strutture per la droga e i soldi. “C’era un mio cugino, lavorava per me, anche lui a partire circa dal 2016, anzi direi a partire dal 2017, gestiva gli appoggi in Campania, zona Castel Volturno, Licola, Lago Patria. Alcuni clienti avevano contatti direttamente con lui. Organizzava appoggi e spostamenti.
Quanto ai trasporti dall’Olanda, avevo una ditta della Slovacchia, che lavorava con me. Confermo che si chiama BOBO. I camion li abbiamo comprati noi, uno è stato sequestrato. Caricavano in Olanda. Spesso scaricavano al Nord (Emilia Romagna) e poi da qui
i carichi passavano sulle macchine per arrivare a Napoli”.