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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Imprenditore ucciso, il pentito vuota il sacco:«Schiaffeggiato per aver detto no ai Moccia»

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Lo consideravano l’eminenza grigia del clan. Salvatore Caputo, imprenditore in odore di mala, fu ucciso ad Afragola nel maggio del 2017. Un delitto eccellente visto il suo profilo e i suoi legami con i Moccia. Un delitto per molti con tanti punti oscuri vista la caratura e gli agganci del 72enne. Eppure nell’ultima maxi ordinanza contro il gruppo di Afragola vi sono decine e decine di pagine di verbali di pentiti che parlano di quel delitto e del fatto che Caputo si fosse messo da tempo in contrasto con i vertici del gruppo. Bisogna precisare che il provvedimento eseguito ieri dai carabinieri non interessa quell’omicidio che dunque non è contestato a nessuno degli indagati: quel che rileva è che vi sono molti spunti interessanti che chiariscono il ruolo di Caputo nel clan.

Il profilo di Caputo e i contrasti con il vertice dei Moccia

Il primo a parlare dei contrasti interni è stato Salvatore Scafuto che ha dichiarato che Antonio Moccia voleva la testa di Caputo:«Antonio Moccia ha chiesto nuovamente di incontrarmi per farmi uccidere Caputo Salvatore, che è detto ‘prociuttiello’, che i Maccia ritengono colpevole di averli raggirati a livello economico. Salvatore Caputo è un uomo d’affari, oltre che imprenditore, che costituisce una vera e propria emanazione della famiglia Moccia, nel senso che egli compra beni per conto di costoro e gli assicura una rendita. Ciò avviene, in particolare, nel settore immobiliare. Peraltro, si è verificato che i Moccia hanno appreso che Caputo aveva investito i loro soldi anche nell’acquisto di beni per conto suo e sui quali non aveva riconosciuto ai Moccia alcun vantaggio».

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Caputo schiaffeggiato da Antonio Moccia

«Per anni le cose hanno funzionato, e Caputo Salvatore ha portato ricchezza ai Moccia; negli ultimi anni i Moccia, e intendo sempre la famiglia, hanno percepito che li stesse fregando economicamente per cui sono cominciate le frizioni. So che Antonio Moccia è giunto a schiaffeggiare fuori casa Canuto Salvatore: ciò prima dell’ultimo arresto di Antonio». Il racconto di Scafuto poi entra nel vivo spiegando anche quale era la ‘strategia’ dei Moccia contro coloro che si mettevano di traverso ai loro affari:«Antonio Moccia l’ha schiaffeggiato perché gli aveva chiesto una mano per i detenuti e Salvatore Caputo non voleva farlo; Antonio Moccia protestò che avesse più soldi di lui. lo stesso suggerii ad Antonio Moccia, prima di essere arrestato nei 2010, e anche dopo, di come fare per costringere Salvatore Caputo a sganciare denaro, visto che si era tanti anni arricchito grazie alla forza criminale dei Moccia. Gli suggerii in particolare di andare a pretendere i soldi per i detenuti; fatto sta che Salvatore Caputo si sottrasse a questa richiesta addirittura protestando che era una minaccia estorsiva e perciò Antonio l’ha picchiato». Scafuto racconta ai magistrati di aver saputo che Caputo aveva scritto su un’agenda un appunto: e cioè che se gli fosse successo qualcosa i responsabili erano da rintracciare tra gli stessi Moccia.

Il racconto di Scafuto

Ciò non fece altro che insospettire Scafuto secondo cui i Moccia volevano che eliminasse Caputo per poi finire egli stesso dopo nel ‘mirino’ del clan:«La strategia era questa:venire da me a propormi di uccidere una persona di elevatissimo livello del clan significava non solo levarsi di torno uno che in quel momento dava loro fastidio ma anche fare abbassare le difese a chi riceveva la proposta. Infatti io, di fronte a una fiducia così elevata mostratami dalla famiglia Moccia e per essa da Antonio, avrei potuto pensare di essere ancora nella cerchia delle persone di maggiore fiducia e magari anche ricevere finalmente quello spazio che avevo tante volte chiesto a loro. In più levavo di mezzo proprio la persona che nel tempo aveva occupato quello spazio anche a mio danno. Ma non caddi nel tranello perché sapevo che dopo Canuto sarei stato ucciso io dai Moccia perché questa è la loro strategia, che io stecco ho adottato per anni e anni con loro: far credere alla vittima designata di essere ancora tra i loro benvoluti e invece al momento giusto, avendo la vittima abbassato la guardia, colpire».

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