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giovedì, Aprile 25, 2024
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“In America sarei uscito su cauzione”, parla uno dei due killer del carabiniere napoletano Mario Cerciello Rega

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«In America c’è un sistema diverso e probabilmente non sarei stato in cella, sarei uscito su cauzione». Sono le parole di Christian Gabriel Natale Hjort, accusato insieme a Finnegan Lee Elder, di concorso in omicidio per la morte del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega.

Entrambi gli americani sono reclusi a Regina Coeli, dove una delegazione del Partito Radicale (Irene Testa, la tesoriera, il segretario del partito Maurizio Turco, la presidente dell’Istituto Luca Coscioni Maria Antonietta Farina Coscioni) ha fatto visita nell’ambito dell’iniziativa ‘Ferragosto in carcere?, un check sulle condizioni di detenzione negli istituti penitenziari italiani per renderli più trasparenti. «Natale Hjort non si è lamentato delle condizioni in cella, ci è sembrato invece molto incuriosito della nostra iniziativa. Avendo i genitori lontani, ci ha detto che li rivedrà probabilmente a settembre», riferisce all’Adnkronos Irene Testa, la tesoriera del Partito Radicale.

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I due americani sono tra gli oltre 1.000 detenuti reclusi a Regina Coeli, a fronte di una capienza di 616 posti letto nella struttura. Quella del sovraffollamento è tra le «evidenti criticità» riscontrate dal Partito Radicale nel carcere romano (e non solo). «È un carcere vecchio, ci sono reparti davvero fatiscenti, le celle sono molto piccole (tre metri quadri con più letti a castello). In alcune ci sono muri davanti alla finestra. Troppi detenuti e pochi agenti penitenziari», sottolinea Testa ricordando che l’iniziativa promossa dal suo partito ha portato in quattro giorni (fino ad oggi) circa 300 visitatori, tra cui parlamentari di tutti gli schieramenti e avvocati, in oltre 70 penitenziari italiani di 17 Regioni. «I detenuti in custodia cautelare superano il 31%. Va rivisto – evidenzia Testa- tutto il sistema, serve una vera riforma della Giustizia. Il carcere, d’altronde, non è che l’appendice di un assetto che non funziona».

Tentata estorsione, omicidio volontario, lesioni, porto ingiustificato di armi atte ad offendere, resistenza a pubblico ufficiale e una serie di aggravanti che il sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta ha messo nero su bianco firmando il decreto di convalida di perquisizione e sequestro a carico di Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth, i due ragazzi americani che, con le azioni compiute nella notte tra il 25 e il 26 luglio scorso, hanno messo fine alla vita del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello.

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