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La vita sregolata di Umberto Smaila: “A 75 anni mangio, fumo e bevo senza limiti”

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L’attore, cabarettista, musicista e conduttore televisivo veronese; Umberto Smaila, all’età di 75 anni ripercorre, in un’intervista, la sua vita, la carriera, gli esordi e alcuni piccoli retroscena con altri personaggi con cui ha lavorato a spalla nei suoi anni d’oro.

Smaila a 75 anni: Fumo, alcol e spese folli

Il segreto di Umberto Smaila, riguardo i suoi 75 anni, viene detto senza troppi giri di parole: «Non ho limiti nel bere, nel mangiare, nel fumare. Secondo i ben pensanti sono un po’ irregolare: quelli come me vanno all’inferno». Poi prosegue raccontando uno dei tanti aneddoti che hanno costellato una vita sfrenata e dissoluta: «Un Mercedes Sec che costava 160 milioni di lire. Non pagai le ultime cinque rate, andai alla concessionaria, lasciai il Mercedes e tornai a casa con una Toyota. E poi avevo velleità da immobiliarista: giocavo a Monopoli, mi compravo case che regolarmente dovevo rivendere. Ero scapestrato, anche perché pensavo che la mia vita sarebbe stata sempre così. Finito Colpo Grosso è arrivata la doccia fredda: da 300 a zero puntate».

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La lite con Jerry Calà

Smaila inizia la sua carriera nel 1971 insieme a Jerry Calà con il gruppo cabarettistico I Gatti di Vicolo Miracoli. Il debutto avvenne al Derby Club di Milano.

Smaila rivela anche che, dopo gli anni d’oro dei ‘Gatti’, ci fu una rottura profonda con Jerry Calà: “Non ci siamo parlati per cinque anni”. Decise di andare a fare cinema e ci lasciò in braghe di tela. Io mi sentii tradito, eravamo sempre d’accordo su tutto”. Il gelo tra i due si sciolse solo anni dopo, e oggi il gruppo si ritrova ogni Natale alla polpetteria di Abatantuono: “Ci ammazziamo dalle risate”.

L’incontro con Diego Abatantuono

Il musicista e conduttore, a proposito di Diego Abatantuono, racconta, a partire dall’avventura dei Gatti: «Diego non andava a scuola volentieri, si era incaponito nell’eleggerci come suoi professori visto che avevamo 5 anni in più. Era anche il nostro autista in teoria». A un certo punto lo hanno «cacciato»: «Per il suo bene. Era simpatico, bravo, divertente, era sprecato che stesse con noi a schiacciare l’unico tasto dell’unico riflettore che avevamo. Lui si incazzò: bella gratitudine. Ma invece abbiamo fatto la sua fortuna».

Colpo Grosso: “Solo qualche flirt”

Poi ci fu il primo programma condotto da Smaila. “Colpo Grosso”, diventato cult a cavallo degli anni ’90: «Rispetto a quello che si vede oggi, era un programma da educande. Lo guardavano anche ragazzine che ci mandavano disegnini delle ragazze Cin Cin». Sulla nudità in TV: “Oggi verrebbe bocciata. C’è un conformismo che spinge a stare attenti a quello che si dice, ma soprattutto a quello che si pensa». Le ragazze del programma? “Venivano dall’estero, inglesi, olandesi, molte dai Paesi dell’Est. Le italiane non volevano spogliarsi. Nessuna storia clamorosa, solo un piccolo flirt”.

 

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