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sabato, Maggio 4, 2024
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L’Inter batte il Milan ed è campione d’Italia, scucito lo scudetto al Napoli

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Le agonie e i patemi del Napoli sono ufficialmente terminati. L’Inter ha battuto il Milan per 1-2 nel derby della Madonnina e ha conquistato ufficialmente il 20esimo scudetto della sua storia, scudetto che equivale alla seconda stella.

Un derby, quello di stasera, che aveva un sapore ancora più speciale in quanto costituiva, per i nerazzurri, un primo match point per la conquista del tricolore. Chance che l’Inter, spinta anche dal fatto di voler conquistare lo scudetto davanti ai “cugini”, ha sfruttato a dovere scippando, di fatto, il tricolore dal petto dei partenopei.

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L’Inter scippa lo scudetto dalle maglie del Napoli, gli azzurri sono stati i peggiori campioni d’Italia della storia

Inter che, sin dalla pre-season della nuova stagione, era data come favorita per la conquista dello scudetto, una pre-season condita da acquisti di mercato mirati e atti a rinforzare una rosa già di altissima qualità e pronta per lottare per tutte le competizioni.

Al contrario del Napoli che, da campione d’Italia in carica, ha deluso tutte le attese possibili e immaginabili. I primi problemi della squadra, all’epoca ancora allenata da Spalletti, iniziarono a sorgere nel mese di marzo 2023: si iniziò ad arrancare in campionato e il vantaggio sulle inseguitrici iniziò a ridursi. Ci fu all’epoca chi parlava di squadra stanca e appagata dopo aver praticamente già raggiunto l’obiettivo, mentre ci fu anche chi iniziò a parlare di squadra diventata prevedibile e le cui mosse potevano essere facilmente disinnescate con una buona organizzazione di gioco da parte degli avversari.

Il tutto sembra essere poi imploso con la boutade del presidente De Laurentiis, nel momento in cui, ad un giornalista che gli chiese del successore di Spalletti, rispose “Questa squadra puoi allenarla pure tu…”, facendo intendere come la squadra giocasse ormai a memoria e che fosse facile schierarla in campo.

Dalla boutade di ADL al crollo del Napoli nel giro di pochi mesi

Da lì in poi si sarebbe materializzato il crollo del Napoli. A fronte di una programmazione non all’altezza di una squadra fresca vincitrice del suo terzo scudetto, la squadra verrà affidata a Rudi Garcia, un allenatore ormai totalmente fuori dal giro dei grandi campionati europei e esonerato dal campionato arabo, dove allenava l’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo. Garcia ha imposto il suo gioco stravolgendo i meccanismi oliati della passata stagione giocando in verticale con contropiede e ripartenze, e togliendo di mezzo il fulcro del gioco, Lobotka. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, il tutto frutto anche di una preparazione estiva, probabilmente, troppo blanda.

A far crollare subito la fiducia in Garcia ci ha messo del suo il mister francese stesso, con scelte di formazioni discutibili e cambi a partita in corso pure, che generarono musi lunghi ( vedasi Kvaratskhelia a Genova e Osimhen a Bologna).

Da Garcia si passerà poi a Mazzarri, che con quell’esordio vincente a Bergamo contro l’Atalanta fece ben sperare. Salvo poi ridurre il Napoli ad una squadra di ripartenza e contropiede che snaturerà molti giocatori, allontanandoli dai loro ruoli e privando di fatto la squadra di un gioco. Neanche il tecnico di San Vincenzo riuscirà a dare un’impronta tattica al Napoli e i risultati furono ancora più scarsi di quelli ottenuti da Garcia.

Si passerà, quindi, a Francesco Calzona, già CT della Slovacchia. I problemi non verranno risolti neanche a questo giro, anzi peggioreranno notevolmente in fase difensiva. C’è un dato, più di tutti gli altri, che mostra il principale problema che sta avendo il Napoli da quando sulla panchina siede Calzona: la fase difensiva. La formazione azzurra, infatti, ha sempre preso gol, senza quindi mai riuscire a tenere la porta inviolata.

La presunzione di ADL distruggerà il Napoli in meno di un anno

Con l’addio di Giuntoli, che passerà all Juventus, la scelta del Ds non è stata di certo una di quelle che avrebbe potuto aiutare il Napoli a muoversi in tempo per pianificare la nuova stagione, per di più a mercato quasi chiuso. Il prescelto di De Laurentiis è stato Mauro Meluso, ds la cui ultima esperienza risaliva al 2021 (con lo Spezia). A lui non si possono certo imputare troppe colpe.

La realtà è che il Napoli è una società al cui comando c’è una sola persona, il presidente. È da lui che passano tutte le scelte societarie, così come è a lui che vanno imputate le responsabilità maggiori di questa situazione. Avere sperato di vivere di rendita è stato un altro passo falso imperdonabile e a quel punto, come in un domino, i tasselli sono caduti ad uno ad uno. E’ mancata, in sintesi, la progettualità: Natan, ad esempio, non poteva certo sostituire Kim, così come il rinnovo milionario di Osimhen non ha di certo aiutato, a livello di umore, i compagni di squadra, facendo quasi passare la conquista dello scudetto come per merito di un singolo giocatore.

E non ha aiutato il mancato rinnovo di Zielinski, ormai prossimo al passaggio proprio ai nuovi campioni d’Italia e che ha offerto, forse proprio perché mentalmente già altrove, prestazioni non all’altezza del giocatore che abbiamo stimato e apprezzato nel corso dei suoi 8 anni all’ombra del Vesuvio.

 

Passaggio di consegne tra campioni d’Italia: “Congratulazioni all’Inter  per la vittoria dello Scudetto!“.
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