Continuano incessantemente le indagini per fare luce sul suicidio di Mario Pio Zarrillo, il 21enne di Marcianise che ha deciso di porre fine alla sua vita con un colpo di pistola rivolto verso la bocca. Tante le ipotesi che dalle ore immediatamente successive al ritrovamento del cadavere si sono succedute nei summit degli inquirenti. Dall’istigazione al suicidio a questioni finanziare: tutte le ipotesi non sono state scartate, ma nelle ultime ore starebbe emergendo una pista, tutta da verificare, che condurrebbe ad un’altra morte. Era il 12 giugno quando Gabriel Santon, un nigeriano di 17 anni, morì annegato in una piscina di Casertavecchia. Da quel giorno, secondo alcune testimonianze, Mario Pio avrebbe vissuto un vero e proprio tormento interiore. La sua attività nella cooperativa “Mongolfiera” lo aveva avvicinato a quel ragazzo e da quel giorno ripeteva “Non si può morire così”. A peggiorare il suo stato d’animò fu l’archiviazione da parte della Procura dell’episodio considerato un incidente. Poco dopo Mario Pio decise di lasciare l’associazione, a riportarlo è Il Mattino.
A detta di alcuni amici, Mario Pio non sarebbe stato d’accordo con la decisione della Procura ma, anzi, avrebbe visto o sentito qualcosa che lo preoccupava e che lo turbava. L’ipotesi è che – involontariamente – sia stato testimone dell’episodio e che fosse a conoscenza della verità. Si tratta di un’ipotesi, ma le forze dell’ordine sono al lavoro per verificare se sia fondata o solo un azzardo.