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sabato, Maggio 18, 2024
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Marta Di Nardo uccisa per pochi euro, il killer: “Sono dispiaciuto, è stata colpa dei miei familiari”

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Uccisa per qualche euro. Quasi attirata in trappola e finita con una coltellata alla gola, con la speranza di poter usare i suoi soldi ogni mese. Anche se di soldi Marta Di Nardo, la 60enne uccisa a Milano dal suo vicino di casa, reo confesso, Domenico Livrieri, ne aveva davvero pochi. Eppure, il 46enne che ora si trova in carcere con le accuse di omicidio volontario, soppressione e vilipendio di cadavere, non ci avrebbe pensato due volte prima di ammazzarla, anche se adesso si dice “dispiaciuto”. Lunedì mattina, dopo l’interrogatorio di convalida che si è tenuto nelle scorse ore a San Vittore, il gip Alessandra Di Fazio ha convalidato il fermo disposto nella notte di sabato dal pm Leonardo Lesti e disposto per l’uomo la custodia cautelare in carcere, anche se il suo avvocato, il legale Diego Soggu, aveva chiesto il ricovero in una struttura psichiatrica.

Martina Di Nardo uccisa e fatta a pezzi, la ricostruzione

Nel provvedimento viene ricostruito il folle piano dell’assassino, che con Marta condivideva il palazzo al civico 14 di via Pietro da Cortona: lei nella scala D, lui nella scala C. Da un mesetto circa avevano iniziato a frequentarsi (lui aveva conosciuto lei in un bar) aiutandosi a vicenda: a fare i conti con la ludopatia e i problemi psichiatrici Marta, a combattere la tossicodipendenza Domenico. La mattina del 4 ottobre, la tragedia. Il 46enne, stando a quanto lui stesso ha raccontato nell’interrogatorio, aveva contattato la vittima sul cellulare perché “doveva restituirle 20 euro”. Quando lei lo avrebbe raggiunto a casa, si sarebbero seduti sul bordo del letto e appena lei si è girata, lui le avrebbe sferrato un fendente al collo, con un coltello nascosto precedentemente sotto la coperta. A quel punto, il killer avrebbe ripulito il piccolo bilocale e avrebbe nascosto il corpo sotto il letto.

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Poi, dopo una settimana, avrebbe “deciso di tagliarla a metà con lo stesso coltello utilizzato per ucciderla e dopo aver avvolto ciascun pezzo all’interno di due coperte, riponeva tutto nella botola, sperando di non essere scoperto”. Una speranza naufragata venerdì pomeriggio, quando i carabinieri del nucleo investigativo, guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, hanno trovato il cadavere nel soppalco della cucina di casa Livrieri, dove sono stati trovati anche un Postamat, due Postepay e un libretto postale di Marta, oltre che il suo telefono.

Il killer: “Sono dispiaciuto, è stata colpa dei miei familiari”

“Vorrei dire che mi dispiace per quanto accaduto, per aver assassinato Marta con la quale avevo un buon rapporto. Non è stata colpa mia, ma dei miei familiari che non mi aiutavano”. Così Domenico Livrieri, accusato dell’omicidio della vicina di casa 60enne Marta Di Nardo, ha ammesso di avere ammazzato la donna, dopo che il cadavere è stato trovato tagliato in due venerdì sera nella sua abitazione.

Nella convalida del fermo il giudice ha rimarcato “l’estrema gravità dei fatti commessi e la personalità dell’imputato capace di crimini efferati come già fatto in passato” – Livrieri ha infatti precedenti per violenza sessuale, furto e rapine -, evidenziando che “l’unica misura applicabile è quella della custodia cautelare in carcere”, anche perché in passato per il 46enne era stato disposto un ricovero in una Rems, rimasto però “ineseguito per mancanza di disponibilità, nonostante i ripetuti solleciti del pm alle autorità di competenza”. Il 31 marzo 2022, infatti, dopo una condanna per violenza sessuale e lesioni, che lo aveva fatto passare prima dal carcere e poi dalla libertà vigilata, il gip aveva sostituito la misura cautelare con il collocamento in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. L’assenza di posti, però, ha fatto sì che quel 4 ottobre mattina Domenico Livrieri fosse insieme a quella che sarebbe diventata la sua vittima.

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