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giovedì, Maggio 2, 2024
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La storia di Martina Floris, la ragazza rifiutata a lavoro perchè trans

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Martina Floris è una ragazza trans di 21 anni trovatasi a fronteggiare alcuni degli imprescindibili e bigotti dogmi esibiti da una mentalità classista e ristretta. L’ambito di interesse che ha coagulato tutte queste incongruenze è quello lavorativo. Infatti il titolare di un bar dove la ragazza aveva fatto un colloquio ha rifiutato la richiesta di Martina per il presumibile dissenso che i clienti avrebbero percepito e abbattuto sull’attività.

Una speranza 

“Qualche settimana fa, una mia cara amica mi ha proposto di fare una prova in un locale dove lei attualmente lavora (Il locale in questione si colloca al centro di Cagliari ma comprendete che per ragioni ovvie non posso citare nomi). Avevo necessità di un lavoro quindi ovviamente ho accettato e gradito l’iniziativa della mia amica. Nonostante ciò le ho chiesto se avesse specificato al titolare il fatto che io fossi una ragazza trans. Immaginate quanto io stessa a volte vada oltre prendendo in considerazione dei parametri non funzionali, in questo caso, all’impiego da svolgere. Al di là di tutto la mia amica mi ha detto che aveva comunicato quest’ informazione e che lì avevano tutti una mentalità aperta; mi sarei trovata benissimo“. Questo il racconto di Martina su Facebook.

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Martina e il racconto di un’ingiustizia

“Le parole della mia amica mi avevano indirizzata verso un prospetto essenzialmente positivo. Così vado a fare il colloquio con grinta e con un bel sorriso ma non mi sarei aspettata che i problemi che vivevano nella mia mente potessero realmente vivere al di fuori di essa nella realtà. Il colloquio andò bene, io ero piaciuta e anche loro mi avevano fatto una buona impressione. Eppure era tutta apparenza. Infatti, dopo due settimane non ricevendo alcuna conferma ho deciso di chiedere informazioni a questa mia amica. Lei mi ha confermato che avevo fatto una buona impressione a livello lavorativo ma non potevano assumermi perchè io, Martina, sono una ragazza trans. Il titolare temeva i pregiudizi, i clienti avevano avanzato lamentele e quindi ancora una volta nel 2023 procede l’ingiustizia”. Continua così il suo sfogo su Facebook.

“Non si può sentire che le ragazze trans sono tutte mig***te”

“E’ intollerabile che ci siano ancora degli individui che massificano in modo così disarmane persone e situazioni. Non si può sentire l’assurda convinzione che tutte le donne trans siano delle mig***te. E’ orribile poi colpevolizzare chi lo fa, in quanto molte persone purtroppo si ritrovano costrette a intraprendere questa strada perché l’Italia per andare avanti non offre altre possibilità. Io sono fortunata perchè non avrò questo destino. Per fortuna ci sono tanti altri locali che si fondano su ideali di uguaglianza e meritocrazia, elementi che purtroppo mancano ancora in tantissimi ambiti e in numerose persone”. Così Martina conclude inserendo gli ultimi tasselli di questa vicenda della sua storia, offre così messaggi ed esempi significativi che potranno fare luce negli angoli ancora oscuri delle menti umane.

Il sole dopo la tempesta

Nonostante varie difficoltà pare che esista il cosiddetto lieto fine. Ogni momento di sconforto destato da ingiustizie e paradossi si congela grazie alla stabilità di un nuovo equilibrio. Ad oggi Martina ha trovato delle persone che non scherniscono le sue particolarità ma valorizzano il suo essere. La giovane ragazza ha ricevuto nell’ultimo periodo due proposte di lavoro che le hanno fatto visualizzare una speranza nel mondo.

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