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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Messina Denaro spettatore di Cavani e Miccoli, il pentito: “Era allo stadio durante Palermo-Sampdoria”

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Matteo Messina Denaro non è mai stato un appassionato di calcio. Ma i grandi eventi lo hanno sempre attirato. Il grande evento in questione, in questo caso, è il match di Serie A andato in scena il 9 maggio 2010 tra il Palermo e la Sampdoria, allo Stadio Renzo Barbera di Palermo.

Quel giorno, nell’impianto del capoluogo siciliano, si sono registrati 35.872 spettatori, record assoluto nella storia del club rosanero per un match che fu, all’epoca, un vero e proprio spareggio per l’accesso alla UEFA Champions League. Il Palermo, pareggiando per 1-1 contro i blucerchiati, con gol di Miccoli per i rosanero e Pazzini per i blucerchiati, non riuscì nell’impresa, ma a prescindere da tutto, resta ad oggi il punto più alto della storia del club.

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Un “tifoso d’eccezione” al Barbera durante Palermo-Sampdoria

Tra quei 35.872 spettatori, stando a quanto riportato all’epoca da La Repubblica nonché alle dichiarazioni di un pentito di mafia, ci sarebbe stato anche un tifoso “d’eccezione”. Quel tifoso d’eccezione sarebbe stato proprio Matteo Messina Denaro, che avrebbe colto l’occasione del grande evento per incontrarsi, sulle tribune del Barbera, con alcuni esponenti mafiosi. Sarebbe avvenuto quindi un meeting in cui si sarebbe discussa la possibilità di aprire un nuovo ciclo di Cosa Nostra o di nuove stragi in Italia, ma Messina Denaro si sarebbe fortemente opposto all’utilizzo delle bombe.

Ci si chiede, a questo punto, come un super latitante, il primo ricercato in tutta Italia, abbia potuto avere accesso allo stadio nonché ad un evento di cartello come Palermo-Sampdoria valida per l’accesso alla Champions League.

Il tentato attacco allo Stadio Olimpico

Se è vero che il calcio non fosse tra gli interessi del super boss di Cosa Nostra, è vero che sarebbe potuto comunque esserlo di riflesso.

Si ricorda, infatti, il mancato attentato allo Stadio Olimpico di Roma del 1994. Si disputava, in quell’occasione, il match tra Roma e Udinese e, dopo gli attentati ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Cosa Nostra aveva organizzato un nuovo attentato avente come obiettivo il presidio delle forze dell’ordine poste all’esterno dell’Olimpico.

Un attentato che però fallì a causa di un malfunzionamento nel dispositivo che avrebbe dovuto far saltare in aria l’autobomba. E, a quasi 30 anni da quel mancato attentato, ora Messin Denaro è finito nelle mani dello Stato. 

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