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sabato, Giugno 15, 2024
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“Non se la può cavare così, entro 7 giorni deve andare da Ciccio Mallardo altrimenti…”. Luigi Vitiello e la tentata estorsione a Fuorigrotta

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“Non se la può cavare così; entro sette giorni deve andare da Ciccio
Mallardo. Conosciamo dove abita lui, dove abitano i suoi figli e le loro abitudini, e dove
abita la moglie. Lo scassiamo e lo distruggiamo in tutti i modi”. Queste le parole intercettate pronunciate da Luigi Vitiello, imprenditore di Giugliano finito sotto inchiesta nell’ambito dell’ultima indagine su cemento e camorra. I fatti riguardano un tentativo di estorsione che secondo i magistrati sarebbe posto in essere da Vitiello ai danni di due fratelli titolari di una società operante, fra l’altro, nel settore della gestione di impianti sportivi polivalenti. Secondo gli inquirenti Vitiello Luigi si sarebbe fatto portavoce di una pretesa estorsiva per conto del clan Mallardo, parlando a nome di Ciccio Mallardo a quel tempo in stato di libertà vigilata con obbligo, tra l’altro, di dimora nel comune di Sulmona. Le vittime presentarono formale denuncia presso la Squadra Mobile della Polizia di Stato.

Nel corso dell’esposizione dei fatti, l’imprenditore riferisce di contatti tra il fratello e
VITIELLO Luigi concernenti la fissazione di incontri per la risoluzione della problematica degli ascensori per la cui installazione uno dei fratelli ha dichiarato che non aveva
intenzione di effettuare il pagamento a causa del mancato funzionamento degli stessi.  “non se la può cavare così; entro sette siorni deve andare da Ciccio MALLARDO. Conosciamo dove abita lui, dove abitano i suoifigli e le loro abitudini, e dove
abita la moglie. Lo scassiamo e lo distruggiamo in tutti i modi […]”. Alla domanda di chi fosse Ciccio MALLARDO, il VITIELLO testualmente rispondeva: “è il più grande camorrista di
Giugliano”.

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