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sabato, Aprile 20, 2024
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Ucciso per essersi allontanato dal clan Mariano, il movente dell’omicidio Fittipaldi

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Una punizione dettata da un allontanamento. Si deve ‘leggere’ in questo senso l’ordinanza di custodia cautelare eseguita questa mattina dagli uomini della squadra mobile a carico di Arcangelo Trongone, ras dei piazza Bovio, in relazione all’omicidio di Gennaro Fittipaldi, ucciso nel maggio del 2015 in via Chiavettieri al Porto, nei pressi dell’Università. Il delitto è aggravato perché commesso da un appartenente al clan della zona, confederato con i clan Mariano dei Quartieri spagnoli e Prinno di Rua Catalana, al fine di agevolare la forza del clan sul territorio dei Quartieri Spagnoli.

LA ‘GIRATA’ VERSO LA PARANZA DEI BAMBINI

In particolare, è emerso come l’omicidio risulta essere stato commesso con premeditazione e quale ritorsione per punire il giovane allontanatosi dal gruppo criminale diretto da Trongone per transitare nelle fila del contrapposto gruppo Sibillo-Amirante-Giuliano-Brunetti. Cresciuto all’ombra dei fratelli Arcangelo e Raffaele Trongone ‘signori’ della zona di Santa Chiara prima e di Rua catalana poi, Fittipaldi inizia la sua ‘carriera criminale’ nella mala legata al clan Mariano (all’epoca retta da Marco) per poi allontanarsene e aderire alla ‘paranza dei bambini’ in lotta con i Buonerba di via Oronzio Costa e alleati sia dei Trongone che dei Mariano.

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LA ‘STESA’ SOTTO AL BALCONE DI TRONGONE

A svelare quel particolare è stato il collaboratore di giustizia Maurizio Overa che nei suoi verbali ha raccontato, con dovizia di particolari, cosa avveniva a Napoli in quel periodo indicando negli stessi Trongone gli autori di quell’esecuzione: «Dopo l’omicidio di Gennaro Fittipaldi, avvenuto nel 2015, sollecitai Arcangelo Trongone dicendogli che eliminandolo si era tolto due problemi. Da un lato aveva eliminato un possibile testimone dell’omicidio Terracciano, dall’altro aveva eliminato un suo rivale che nel frattempo si era alleato con i Sibillo e i Martinelli proprio contro di loro. Del resto mi risulta che poco prima di morire, Fittipaldi si recò presso l’abitazione di Arcangelo Trongone in zona Orefici per sparare sotto al suo balcone».

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