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lunedì, Giugno 24, 2024
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Omicidio Mario Solimeno, messaggi e minacce di morte dal carcere alla madre

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Foto, video e messaggi dal carcere contro Mario Solimeno, 29enne vittima di un agguato a Eboli nel settembre 2022. Il giovane morì dopo un mese di agonia all’Ospedale dei Colli di Napoli in seguito alle ferite riportate da un colpo di pistola al Collo.

Ora, a più di un anno di distanza dall’omicidio, la madre, Rosanna Marotta, ha ricevuto video e foto dal carcere in cui il figlio viene deriso. Ma anche dirette social, in cui dietro di notano i particolari della cella, durante le quali uomini incappucciati raccontano vicende legate all’omicidio. E ancora, una telefonata WhatsApp in cui la donna viene addirittura minacciata.

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Rosanna Marotta ha denunciato tutto ai carabinieri che hanno avviato subito le indagini. Oltre ad aver mostrato le prove (video e messaggi), la donna ha parlato ai militari anche della videochiamata ricevuta, fatta da tre persone con il volto coperto, che hanno deriso la memoria del 29enne ucciso. All’attenzione degli investigatori è poi balzata una diretta TikTok nella quale si notano due uomini incappucciati: uno dei due spiega di essere detenuto per l’omicidio di Solimeno. L’inquadratura confermerebbe che si tratta di una cella del carcere.

Infine una videochiamata in cui Marotta è stata minacciata di morte, arrivata al culmine di una serie di intimidazioni. Ora spetta agli investigatori analizzare tutte le prove e capire se davvero quelle immagini sono state riprese in carcere e soprattutto da quale istituto penitenziario.

Mario Solimeno morì a ottobre 2022 dopo un mese di agonia all’ospedale dei Colli di Napoli. Il giovane fu colpito al collo da un colpo di pistola mentre era in auto con il fratello. Per gli investigatori si trattò di un agguato mirato, maturato nell’ambito di una guerra per il controllo di una piazza di spaccio nella zona del rione Pescara a Eboli. Le indagini della Procura e dei Carabinieri hanno portato all’arresto di tre fratelli: Giuseppe, Felice e Gaetano Celso. Ora reclusi in diversi penitenziari.

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