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venerdì, Maggio 17, 2024
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Omicidio Orlando ad Afragola, il suo ‘destino’ era già segnato: i legami con la 167 di Arzano

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Era già finito nel mirino dei Killer, Giuseppe Orlando, il cognato di Francesco Favella boss del clan Moccia, ammazzato venerdì sera ad Afragola. Orlando, come riporta Il Mattino, era già scampato alla morte che poi è arrivata la scorsa settimana in via Milano, dove un commando armato ha speronato la sua auto e poi l’ha ucciso a bruciapelo.

I sicari hanno aspettato che Giuseppe Orlando uscisse dalla caffetteria Vittoria, intestata alla figlia ma di fatto gestita dalla vittima, qualche minuto prima delle ventuno come d’abitudine, poi lo hanno freddato.

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Giuseppe Orlando è legato a una inchiesta di camorra che due mesi fa ha portato all’arresto di sette affiliati ai clan di Secondigliano che avrebbero chiesto il pizzo proprio all’uomo che per tutta risposta avrebbe denunciato, contribuendo al loro arresto. Un precedente che potrebbe indirizzare gli inquirenti verso l’ipotesi investigativa della vendetta e delle mire degli altri gruppi emergenti dell’area nord.

I legami con quelli della 167 di Arzano

C’è un filo rosso che collega la morte di Orlando con la camorra di Arzano, in particolare con l’oramai egemone gruppo della 167. Giuseppe Orlando era imparentato  anche con il presunto boss Di Annicella (che sta scontando in carcere il duplice omicidio di due coniugi dati alle fiamme in uno chalet a Casoria), a sua volta cognato di Ciro Casone, alias “ciruzz o Fraulese”, capozona dei Moccia ad Arzano, ucciso in un agguato di camorra avvenuto nel febbraio del 2014 in un centro abbronzante in via Luigi Rocco ad Arzano. Raid di morte portato a segno dal cosiddetto “clan della 167” espressione della potente e sempre più crescente cosca degli “Amato-Pagano” che ormai spadroneggia in tutta l’area a nord di Napoli, e che piano piano sta spodestando anche parte di quello che un tempo era il feudo incontrastato dei Moccia. Nell’ordinanza degli arresti dell’omicidio di Ciro Casone è evidente come il gruppo della “167 di Arzano” (oppure detti quelli di Secondigliano) sottogruppo del clan Amato-Pagano, abbia preso le redini criminali della zona. Gli autori di quel delitto sono tutti finiti in carcere, tranne Monfregolo Giuseppe, alias “Peppe o guallaruso” che ricercato per ulteriori reati è attualmente latitante ed è ritenuto dagli investigatori l’attuale capozona del clan della 167 di Arzano.  In quell’ordinanza relativa al gruppo di fuoco della “167 di Arzano” che ammazzò il ras dei Moccia, Ciro Casone, emerge come Giuseppe Orlando, infatti, unitamente al fratello, denunciarono, dopo quell’omicidio eccellente e i conseguenti mutamenti della geografia criminale ad Arzano, le continue richieste estorsive ad opera del nuovo clan dominante (167 Arzano -Amato Pagano) , in quanto titolari di un garage-autorimessa ad Arzano. In pratica il gruppo della cosiddetta “167 di Arzano” ha spodestato i Moccia ad Arzano, sostituendoli nelle attività illecite, ed arrivando a pretendere il “pizzo” persino a loro stessi, a quelli che un tempo erano padroni sul territorio e, quindi immuni, come referenti del clan Moccia.

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