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domenica, Maggio 5, 2024
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Pentiti e intercettazioni incastrano Tony e Tina: “Il cantante gli ha ripulito tutti i soldi”

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Le dichiarazioni di alcuni pentiti ed intercettazioni telefoniche. Le accuse mosse a Tony Colombo e Tina Rispoli si muovono in due direzioni diverse. Da una parte ci sono alcuni collaboratori di giustizia che parlano dei loro presunti collegamenti con la camorra, dichiarazioni che naturalmente devono essere riscontrate. Dall’altro ci sono conversazioni intercettate dove emergerebbe il collegamento tra la coppia e il clan Di Lauroi.

«Adesso stanno a posto. Il cantante gli ha ripulito tutti i soldi». Una frase intercettata dai Ros spiega perché ieri Tony Colombo e Tina Rispoli sono stati arrestati in un’indagine dell’Antimafia. «Tony Colombo aveva un debito con Tina Rispoli di cinquecentomila euro maturato nel 2012 dopo la morte di Gaetano Marino», racconta ai magistrati il collaboratore di giustizia Gennaro Carra.

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Dopo l’omicidio del marito di Tina a Terracina, secondo i magistrati, la donna eredita gli affari. E, si legge nell’ordinanza del gip Luca Della Ragione «tra tutti gli altri asset, va indicata anche la luminosa carriera del cantante neomelodico». Colombo si ritrova «fidelizzato al clan con un mutuo così oneroso da non poter essere restituito e quindi legato sempre più da un vincolo anche personale alla Rispoli». La relazione comincia nel 2015. Nel 2019 il matrimonio. In mezzo tanti affari. Come l’abbigliamento con marca Corleone. Che Colombo deposita e di cui Di Lauro è socio occulto. «Vincenzo voleva fare una società con Tina Rispoli eventualmente sfruttando la visibilità mediatica di Tony, per un marchio di abbigliamento a nome Corleone», confermano i collaboratori di giustizia.

Secondo i magistrati Tony Colombo aveva chiesto a Gaetano Marino dei soldi. Un prestito che la donna ha fatto lievitare. In tutto – scrivono i militari – 500mila euro dati a Tony Colombo, in un rapporto che si evolve, dal momento che Tina e Tony si fidanzano e si sposano.

Ma secondo la tesi della Dda, condivisa dal gip, dopo le nozze Tony Colombo passa da debitore a protagonista delle attività imprenditoriali di Vincenzo Di Lauro, uno che tra le altre «imprese» si era inventato anche un drink in lattina a forma di proiettile.

Poi arrivano le sigarette. La camorra mette su un commercio attraverso fabbriche clandestine affidate a manodopera bulgara. Tony Colombo trova un capannone in provincia di Roma. Uno di questi, ad Acerra, viene anche finanziato dalla coppia con 35 mila euro. Ma a dicembre 2018 arriva la Guardia di Finanza e sequestra 18 tonnellate di tabacco. Ma c’è di più. I carabinieri del Ros ipotizzano che la casa discografica di Tony Colombo venisse utilizzata da Di Lauro per «incontri riservati con esponenti di vertice» di altri clan. In un’intercettazione del 2018, Raffaele Rispoli racconta che «Enzuccio si doveva incontrare con il figlio di Valentino Gionta», storico padrino di Torre Annunziata, proprio negli studi del cantante. Alla vista di un’auto in borghese delle forze dell’ordine, Di Lauro e Gionta erano riusciti a scappare «attraverso gli uffici».

In realtà, in quella data i figli di Gionta erano detenuti. «Probabilmente si trattava di un nipote», argomentano i Ros. Un’amica di Raffaele Rispoli definisce Tina «una donna che comanda gli uomini, comanda i fratelli ed è stata capace di raddoppiare i suoi investimenti».

Nelle intercettazioni, Tina non usa mezzi termini quando reclama la restituzione di un prestito. Dopo un pagamento, la coppia Rispoli- Colombo deride il creditore: «Bello, tutto bene. Li abbiamo cambiati e me li sono mangiati pure».

Indomma dalle deposizioni di alcuni collaboratori di giustizia e dalle intercettazioni raccolte dai carabinieri di Napoli emergono anche presunti episodi di usura da parte del cantante e soprattutto di sua moglie. 

“Devi portarmi i soldi. Ora! Sono soldi miei, soldi che ti ho prestato, altrimenti vado a casa di tua madre e butto tutti dal balcone” – queste sarebbero le parole pronunciate al telefono da Tina Rispoli, rivolte al socio, recuperate tramite un’intercettazione A lei farebbe eco Tony, facendo leva sul denaro necessario per finanziare i capi di abbigliamento a marchio Corleone: “Vincenzo mi serve un assegno a sessanta giorni, mi serve per la stamperia di Palma Campania. Ti saluta Tina, servono quei soldi“. Immediata la risposta, con l’ok del boss che, secondo un pentito, «ha interesse a sfruttare mediaticamente il successo di Tony Colombo». 

Secondo i magistrati Vincenzo Di Lauro diventa socio occulto nella realizzazione del marchio Corleone e del drink “9millimetri”, ma anche nella gestione di supermercati nei locali di Tina Rispoli e di una boutique di Secondigliano dove vengono venduti i capi griffati Corleone.

Una boutique gestita da parenti dei Di Lauro, dove Tony Colombo si fa immortalare con vip

Ma ci sono altre telefonate di questo tipo, specie quando Tony chiede a Enzo (parliamo sempre del boss in carica) versamenti di soldi a stretto giro. A monte ci sono 35mila euro che i due coniugi avrebbero messo nel capannone da affittare, mentre sui brand ci sarebbe stato il tentativo di riciclare da parte del boss.

Un rapporto tra la camorra e Tony Colombo che va avanti da tempo, come raccontano i pentiti Gianluca Giuliano, Gennaro Carra, Salvatore Tamburrino, che – a loro volta – svelano anche altri particolari come gli spari contro i vetri della casa discografica di Colombo.

 

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