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sabato, Giugno 28, 2025
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Prima l’omicidio di Genny poi uccise l’amico: il profilo di Ciro Perfetto killer pentito

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Dopo la stesa alla Sanità (nel corso della quale morì l’innocente Genny Cesarano) decretò la morte del suo amico Vincenzo Di Napoli, ‘colpevole’ a suo dire di avere un comportamento strano tanto da suscitare il timore che potesse pentirsi. Bastano poche righe per riassumere il ruolo avuto da Ciro Perfetto nel clan Lo Russo. E tutto quando aveva solo 21 anni. Figlio di Raffaele Perfetto ‘muss e scign’, storico affiliato ai ‘capitoni’ nonchè uomo e killer di fiducia dei fratelli Lo Russo (ne ha sposato una nipote), il giovane Carlo cresce nel mito di Salvatore ‘o capiton tra le palazzine di via Janfolla e del Don Guanella. E’ lì che entra in contatto con altri giovani che condivideranno con lui un percorso di morte e violenza, Luigi Cutarelli, Mariano Torre e Antonio Buono.

Insieme a Luigi Cutarelli sarà responsabile della stesa che costò la vita all’innocente Genny Cesarano: quella stesa, a cui partecipò anche Vincenzo Di Napoli, sarà il movente della morte di quello che era considerato uno dei migliori amici di Ciro che iniziò a sospettare che Vincenzo potesse ‘cantare’ e allontanarsi dal clan. Da qui la decisione di ucciderlo, decisione avallata dal boss Carlo Lo Russo come confermato dallo stesso zì Carlo. Per quell’omicidio Perfetto è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere mentre qualche mese fa lo stesso giovane scrisse una lettera per chiedere perdono ai genitori di Genny:«Genny era poco più piccolo di me e non si meritava tutto ciò. La mia lettera, la mia richiesta di scuse, non rimetterà Genny in vita ma vorrei che la sua famiglia, la madre, il padre, i suoi parenti, accettassero le mie scuse, la mia profonda richiesta di perdono».

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