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venerdì, Giugno 21, 2024
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Quartieri spagnoli, dopo gli spari si cerca una nuova mediazione

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L’ultima ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Giuseppe Iaselli, Vincenzo D’Avino e Arturo Picco ha offerto uno spaccato preciso di quale sia attualmente la situazione criminale ai Quartieri spagnoli dove, il patto siglato qualche mese fa tra i Mariano e gli altri gruppi (accordo sancito grazie alla mediazione di Antonio Esposito ‘o pallino), sembrava essere di fatto tramontato. L’agguato ai danni di Vincenzo Rossi (indicato come vicino ai Masiello di Largo Baracche) e la conseguente sparatoria in ospedale hanno infatti confermato l’esistenza di una tensione tra i Saltalamacchia della Pignasecca (gruppo di cui Iaselli è organico) e i Masiello (a cui, secondo le forze dell’ordine, apparterebbero Rossi, Picco e D’Avino). Adesso i gruppi dei Quartieri spagnoli sembrerebbero nuovamente cercare un nuovo ‘modus vivendi’, una tregua per far ripartire gli affari, tregua che vedrebbe la ‘firma’ dei Masiello indicati anche nell’ordinanza come ‘eredi’ dei Mariano quando Ciro ‘o picuozz era in galera.  Di Edoardo Saltalamacchia e Vincenzo Masiello (indicati come ‘vertici’ dei rispettivi sodalizi) sono stati tracciati diversi profili: tanti sono i collaboratori di giustizia che in questi anni li hanno tirato in ballo descrivendo retroscena e assetti della mala di stanza nei vicoli a ridosso di via Toledo.

E’ dell’ottobre del 2016 un verbale di Marco Mariano, fratello di Ciro:«Ho conosciuto Saltalamacchia nel 2009 quando si era affiancato ad Antonio Esposito ‘o pallino e mi diede appoggio, insieme agli Elia del Pallonetto, nella guerra contro i Ricci-Sarno. Saltalamacchia in realtà è a capo di un gruppo autonomo operante nella zona di San Liborio a ridosso di piazza Carità. Con lui ho avuto rapporti diretti ma sempre in presenza di Antonio Esposito. Corrisponde al vero che in passato Saltalamacchia si sia trasferito nella zona del Pallonetto ricevendo appoggio dagli Elia». L’altro profilo, quello di Vincenzo Masiello, è stato fatto da Maurizio Overa che lo ha individuato come reggente del clan Mariano nel 2016 e come soggetto che via via si è posto a capo di un gruppo autonomo nella zona di Largo Baracche:«Vincenzo Masiello detto ‘Cu cu’ è il figlio di Antonio detto ‘O no. Può considerarsi sicuramente un affiliato al clan Mariano e in questo periodo (il verbale è del febbraio 2016 ndr) ritengo sia il reggente in quanto l’unico libero. In questo periodo grazie all’appoggio ricevuto dai Pesce-Marfella di Pianura e alla sua contrapposizione al gruppo Ricci capeggiato da ‘Giacumin e fraulella’ (Giacomo Ricci) ha assunto un ruolo di responsabilità nel clan per volere di Marco Mariano».

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