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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Riapriamo le case chiuse in Campania”, la proposta presentata al Consiglio regionale

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Proposta di legge alle Camere sull’esercizio della prostituzione, servirà a togliere le donne dalla strada. I Verdi: “Non è un incentivo ma una misura di civiltà. Stop allo sfruttamento, attività in forma autonoma. Inasprimento delle pene per lo sfruttamento della prostituzione minorile”

“Ho presentato in consiglio regionale una proposta di legge per regolamentare l’esercizio della prostituzione. La proposta, una volta approvata, sarà inoltrata al Parlamento, organo competente in materia. Non è una legge che vuole incentivare l’attività ma una misura di civiltà che servirà a togliere le donne dalla strada”. Lo annuncia il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. “Lo sfruttamento della prostituzione rappresenta una delle principali voci di guadagno delle organizzazioni criminali. Le donne sono costrette a vendere il proprio corpo in strada senza assistenza sanitaria e con il rischio di incappare in malintenzionati. La nostra proposta prevede che l’esercizio avvenga in luoghi chiusi e salubri, sotto forma di lavoro autonomo e senza alcuna possibilità di sfruttamento da parte di terzi. Prevediamo inoltre l’istituzione di un albo presso i comuni per censire chi intraprende l’attività ed evitare l’esercizio abusivo. La proposta prevede il rilascio di un certificato sanitario alle prostitute, in modo da tutelare la loro salute e quella di chi acquista i loro servizi. La riforma che proponiamo migliorerebbe la loro qualità di vita, permettendogli anche l’accesso alle misure previdenziali previste per gli altri lavoratori. Ci sarebbe anche un incremento sensibile del gettito fiscale grazie al recupero dei tributi connessi all’attività delle prostitute”.

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“La nostra proposta, inoltre, prevede un sensibile inasprimento delle pene per chi sfrutta la prostituzione, in particolar modo quella minorile. Si passerebbe dalla previsione di condanna dai 6 ai 12 anni alla possibilità dell’ergastolo per i casi più gravi che riguardino sia lo sfruttamento entro il territorio nazionale sia l’organizzazione di viaggi all’estero volti ad organizzare rapporti sessuali con soggetti minorenni”, conclude Borrelli.

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