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sabato, Luglio 5, 2025
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Salvatore Coppola ammazzato a bruciapelo a Napoli, al via il processo per il presunto killer

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Prenderà il via il prossimo 4 dicembre il processo, con il rito immediato, nei confronti del 73enne Gennaro Petrucci, accusato di essere mandante dell’omicidio dell’ingegnere Salvatore Coppola, assassinato la sera dello scorso 12 marzo nel parcheggio di un supermarket in via Protopisani, a Napoli.
Il decreto è stato notificato venerdì sera all’avvocato Antonio Bucci, legale dell’indagato.

Il procedimento giudiziario si terrà davanti alla Corte di Assise di Napoli.
“Il mio assistito – dice l’avvocato Bucci all’Ansa – continua a riporre la propria fiducia nella giustizia, come ha fatto nel corso di questi anni.

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Durante il processo proveremo a dimostreremo la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Siamo ora in attesa di celebrare la discussione presso la Suprema Corte di Cassazione che il 16 ottobre dovrà decidere sulla permanenza della misura cautelare”.
In Cassazione Petrucci è difeso anche dall’avvocato Luca Ciaferoni del foro Roma.
Secondo la Squadra Mobile di Napoli ad uccidere Coppola sarebbe stato Mario De Simone, 64 anni, a cui sarebbero stati offerti 20mila euro per compiere l’assassinio.

Omicidio Coppola, una villa da 6 milioni dietro il livore di Petrucci

Secondo le indagini, svolte dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e della Squadra Mobile della Questura di Napoli, il movente dell’omicidio sarebbe legato a una disputa immobiliare riguardante una villa dal valore di 6 milioni di euro con una superficie di 1000 metri quadrati con ampio giardino e piscina situata a Portici.

Tutto ruota intorno alla villa dei coniugi

La villa fu sequestrata nell’aprile del 2014 dalla Guardia di Finanza alla “Effepi Fp Srl”, società di Silvana Fucito, nell’ambito di un’indagine su una frode fiscale.
Nel maggio 2015 l’avvio di una procedura di esproprio e di vendita dell’immobile che si concluse il 12 ottobre 2021 con l’acquisto, per 1.175.000 euro, da parte di una società di San Giorgio a Cremano.
Nel frattempo però, i coniugi Petrucci e Fucito, che continuavano a vivere nella villa, avviarono una querela lamentando l’illegittimità dell’aggiudicazione all’asta dell’immobile sostenendo che dietro la società di San Giorgio a Cremano vi fosse il 56enne Salvatore Abbate, detto “Totore a cachera”, con precedenti per riciclaggio ed intestazione fittizia in favore di diversi clan camorristici tra cui i Mazzarella.
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