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giovedì, Maggio 2, 2024
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Sanremo 2023, Ranucci sul monologo di Benigni: “Ama la libertà di stampa? Ritiri la querela a Report”

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Ha fatto discutere appena annunciata la presenza di Roberto Benigni nella prima puntata del Festival di Sanremo, alle “voci” si aggiunge quella di Sigfrido Ranucci, conduttore di Report: “Sono certo che sarà coerente..

Roberto Benigni ha dato il via al Festival di Sanremo con un monologo sulla Costituzione per la ricorrenza del suo 75° anniversario. L’attore premio oscar durante il suo monologo si è concentrato in modo particolare sull’articolo numero 21 della Costituzione italiana. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” così cita l’articolo.

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I dubbi su Roberto Benigni

L’annuncio di Amadeus sulla presenza dell’attore a Sanremo aveva da subito scatenato i dubbi di molti. Tra i primi a chiedere che la Rai rendesse pubblico il compenso è stata infatti L’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi. E’ stato poi il conduttore di Report Ranucci a parlare della presenza di Benigni ed in particolare del suo monologo. “Il maestro Benigni ha sottolineato come il suo articolo preferito sia l’articolo 21: ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure’. Sono certo che per coerenza il maestro nei prossimi giorni ritirerà la querela che nel 2017 ha presentato nei confronti del sottoscritto, del collega Giorgio Mottola, della Rai e di Report” scrive il conduttore di Report.

L’inchiesta di Report su Benigni

La denuncia alla quale fa riferimento Ranucci è quella presentata dall’attore e dalla moglie nei confronti della trasmissione di Rai 3. La denuncia fu fatta a seguito della messa in onda del programma di un’inchiesta sui finanziamenti pubblici allo spettacolo che vedeva coinvolti Benigni e Braschi. Nel 2017 Report raccontò le vicende legate agli studi di Papigno dove Benigni ha girato due dei suoi film più famosi: La vita è bella e Pinocchio. Pare che Benigni volesse trasformare i piccoli studios in un potente competitor di Cinecittà, ma nonostante gli investimenti pubblici questo non accadde.

L’inchiesta del programma parla di un passivo di 5 milioni di euro accumulato da Benigni e Braschi. “Non abbiamo mai detto che Benigni ha usufruito di finanziamenti pubblici per ristrutturare gli studi di Papigno. I 10 milioni di fondi pubblici, citati dal sindaco di Terni, sono serviti per bonificare e sistemare il contesto intorno all’operazione” spiega il conduttore di Report Ranucci. Continua poi: “ha dato conto del fatto che Cinecittà Studios ha di fatto ‘rilevato’ i 5 milioni investiti da Benigni nella società, pur pagandone solo 3,9 milioni, come ha precisato una nota del legale di Benigni che abbiamo letto. Abbiamo poi sostenuto che quel debito rischiamo di pagarlo noi, se dovesse andare in porto la trattativa per riportare Cinecittà sotto l’egida dello Stato“.

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