L’attesa sta per terminare. Lunedì 17 ottobre si inaugureranno i primi corsi della nuova sede dell’Università Federico II a Scampia. La struttura di viale della Resistenza è previsto ospiterà corsi di laurea di Scienze Infermieristiche, di Medicina, Scienze riabilitative, Ostetricia della Nutrizione Umana e altri. Un ulteriore lustro per il quartiere a Nord di Napoli, dopo anni bui seguiti da un periodo di riscatto in essere ma complicato.
L’edificio realizzato dall’architetto Vittorio Gregoretti è grande 15.000 mq e sorge dove un tempo era presente la Vela “H” poi abbattuta nel 2003. In totale sono 48 le aule per 330 posti in totale su 5 piani. Si stima la presenza di 2500 studenti alla nuova università di Scampia. A partecipare all’inaugurazione lunedì ci sarà anche la Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa e altre autorità.
Le basi del progetto furono gettate quando a governare la Regione Campania c’era Antonio Bassolino e al Comune Rosa Russo Iervolino che nel 2006 siglarono con l’allora rettore Guido Trombetti il protocollo d’intesa che diede corpo ai lavori più volte interrottisi per mancanza dei fondi necessari, 50 garantiti dalla Regione Campania, 7 dal Comune di Napoli. A oltre 15 anni di alti e bassi dunque, l’università Federico II avrà una propria sede a Scampia.
Le reazioni
I residenti e le varie associazioni operanti a Scampia aspettano con trepidante attesa l’avvio dei corsi. «Scampia per troppo tempo è stata etichettata come il quartiere di “Gomorra”. L’università potrà dare lustro al territorio, è un’occasione di sviluppo da non perdere» afferma Salvatore. «Finalmente. Aspettavamo questo momento e ora ci siamo. Sarà bello vedere tanti ragazzi qui venendo da tante parti. Ho visto i primi mattoni messi per l’università quando andavo alla chiesa evangelica, sono davvero contenta» è altrettanto entusiasta Rosa.
Giuseppe Mancini, del coordinamento territoriale Scampia, afferma: «Sembrava che questo momento non dovesse mai arrivare perchè gli intoppi sono stati tanti come spesso accade in questo Paese che smorza i nuovi propositi. Il progetto – aggiunge – è partito dal basso. Sono stati i comitati territoriali, i cittadini a volere l’università qui. Dove prima si spacciava, quando c’era la Vela, d’ora in poi si studierà e questo è davvero bello».
Ciro Corona, della cooperativa (R)esistenza Anticamorra che gestisce l’Officina delle Culture Gelsomina Verde con con sede Arcangelo Ghisleri ammonisce: «L’università rischia di essere una cattedrale nel deserto senza autobus a supporto, un parcheggio, bar, punti ristoro, cartolerie, librerie. Un’entrata che affaccia su una Villa abbandonata e devastata (da ristrutturare con i soldi del PNRR quando e se arriveranno), adiacente ad una Piazza Grandi Eventi ricettacolo della monnezza del mercato rionale settimanale».
Don Aniello Manganiello, parroco del don Guanella e in prima linea contro la camorra del territorio, riflette: «Bene l’apertura della facoltà della Federico II a Scampia. Ma questo – si chiede Manganiello – basterà a evitare la fuga dei cervelli e di giovani preparati da Scampia e dalla città di Napoli? Bisogna offrire anche opportunità di lavoro».