La recente ricerca pubblicata sulla rivista American Mineralogist affronta il tema del bradisismo nei Campi Flegrei, proponendo strategie innovative per controllare e ridurre l’attività sismica. Coordinata da un team di esperti internazionali, lo studio esplora l’idea che, attraverso opportuni interventi di trivellazione, sia possibile stabilizzare la regione e prevenire futuri terremoti.
“Il bradisismo si può fermare con le trivellazioni”, la controversa teoria dello scienziato
Il team di ricercatori, tra cui spicca il professor Benedetto De Vivo, ha calcolato che dovrebbero essere realizzati almeno dieci sondaggi a una profondità di circa 3 chilometri. Questi potrebbero essere effettuati sia sulla terraferma che in mare, ma con particolare attenzione a evitare aree densamente popolate per minimizzare i rischi. Secondo i dati raccolti, creare questi “buchi” permetterebbe ai fluidi di liberarsi in modo controllato, facilitando un abbassamento della pressione e limitando il sollevamento del suolo. Questi sondaggi non avrebbero finalità energetiche, bensì mirerebbero esclusivamente a mantenere il fenomeno del bradisismo sotto controllo.
Le tecnologie odierne rendono possibile eseguire queste trivellazioni in sicurezza, superando le preoccupazioni che avevano portato a resistenze in passato. Il professor De Vivo sottolinea che la questione è ora di applicare tecnologie moderne, che garantiscono la sicurezza e l’efficacia degli interventi. La scelta dei luoghi per le trivellazioni dovrà considerare sempre il principio di precauzione, escludendo aree sensibili per la popolazione.
Il dibattito scientifico si divide sulla teoria delle trivellazioni
Nonostante le promesse di successo, non tutti gli esperti concordano sulla validità delle trivellazioni come soluzione al bradisismo. Alcuni studiosi esprimono preoccupazioni riguardo ai possibili squilibri che potrebbero derivare dall’intervento umano nel sottosuolo, sostenendo che la forzatura di sistemi naturali possa innescare reazioni imprevedibili, inclusi ulteriori movimenti sismici.
Alcuni scettici pongono in discussione i dati presentati dai ricercatori, chiedendo ulteriori prove riguardo alla stabilità del magma e alla sua reale posizione nel sottosuolo. La ricerca continua a concentrarsi su dati storici e studi precedenti, sottolineando che senza prove concrete di risalita magmatica, l’idea di un imminente e pericoloso cambiamento nel comportamento sismico rimane infondata.
La speranza degli autori della ricerca è che il governo e le autorità competenti, in particolare la Protezione Civile, prestino attenzione alle loro scoperte. L’intenzione è di convertire queste scoperte teoriche in azioni concrete, avviando ricerche e valutazioni più approfondite su come gestire il fenomeno del bradisismo. La volontà dei ricercatori è chiara: offrire il proprio supporto tecnico e scientifico alle istituzioni, affinché i dati e le proposte vengano analizzati con serietà e competenza.