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venerdì, Maggio 3, 2024
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Subisce un furto choc in casa a Caserta e scrive al questore: “Grazie alla polizia abbiamo ritrovato la fiducia”

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Dal furto in appartamento all’amicizia con un funzionario della questura di Caserta. E’ la storia di cui è protagonista Marialuisa Vitale, dipendente della direzione sanitaria dell’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano”, la quale racconta l’episodio in una lettera indirizzata al questore Andrea Grassi.

Furto choc in casa a Caserta, malviventi in azione mentre gli inquilini si trovavano ad una festa

Il raid si verifica lo scorso 15 gennaio. Un furto che “ci ha letteralmente devastati – scrive Vitale -, un’azione con la quale dei balordi ci hanno portato via tutto, dagli oggetti di uso comune ai preziosi che avevo in cassaforte. Ma, più di ogni cosa questi malfattori ci hanno portato via la ‘serenità'”. Ad essere particolarmente colpiti i figli della vittima, una ragazza di 16 ed un ragazzino di 13. I due ragazzi sono scossi al punto che si rifiutano di tornare a casa. Per qualche giorno vanno a casa di amici che, comprendendo la situazione, li ospitano con affetto. Tutto cambia quando la denuncia viene formalizzata.

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Vitale con i suoi figli varca il portone della Questura per sporgere la denuncia. Qui scopre “un mondo che non conoscevo”, racconta la donna. La querela depositata all’ufficio denunce, al pian terreno, poi il caso finisce all’attenzione dei dirigenti Marotta e Magno. “Mi hanno ricevuta con una sensibilità che non avrei mai immaginato da persone che svolgono un lavoro così rude. Sono stata compresa, rassicurata, confortata. Sono stata sostenuta nella mia angoscia, ma non solo”, dice ancora.

L’amicizia nata con il funzionario della Questura di Caserta

I poliziotti vanno oltre. L’attività investigativa avviata di routine, con i rilievi da parte della scientifica, si affianca al fattore umano: c’è un ragazzino ancora terrorizzato da rassicurare. Così una volante ‘scorta’ la donna fino a casa. Qui il dirigente Magno si dedica al giovanissimo Raffaele – questo il nome del 13enne – “come fosse stato un padre di famiglia, identificandosi come angelo custode. Gli ha donato un diario della polizia e lo ha invitato a trascrivere su di esso le sue paure e i suoi timori, rassicurandolo e dimostrandogli che nulla poteva più succedergli. Gli ha dato il suo numero di cellulare e lo ha invitato a scrivergli con whatsapp ogni volta che lo ritenesse necessario. Il piccolo Raffaele gli scrive e si confida tutti i giorni, con il buongiorno la mattina e la buonanotte la sera, con una rinnovata fiducia verso il mondo”, si legge ancora nella lettera.

Quindi i ringraziamenti ai poliziotti grazie ai quali “siamo riusciti a superare un momento della nostra vita bruttissimo. Vorrei che tutti sapessero che nella nostra città c’è una pubblica istituzione che sa essere vicina alla gente nei momenti di difficoltà. C’è una famiglia, quella della polizia di stato, alla quale non sapevamo di appartenere”, conclude.

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