15 C
Napoli
giovedì, Aprile 25, 2024
PUBBLICITÀ

Terremoto a Fuorigrotta, libero il figlio del boss Troncone

PUBBLICITÀ

Una notizia destinata a rovesciare, ancora una volta, i fragili equilibri della mala di Fuorigrotta. Giuseppe Troncone, figlio del boss Vitale Troncone, è da qualche giorno tornato libero. La notizia anticipata da Luigi Nicolosi de Il Roma. Decisive le argomentazioni del suoi legali, gli avvocati Antonio Abet e Andrea Lucchetta, che hanno presentato un’istanza di revoca della misura cautelare puntando sull’attenuazione delle esigenze cautelari. I due legali hanno sottolineato come uno dei due accusatori del giovane (indicato come uno degli autori di un pestaggio di due uomini del rione Traiano) avesse fornito una ricostruzione aleatoria con gli elementi emersi dalla visione delle telecamere di videosorveglianza che non sembrano inchiodare Troncone junior. Secondo la ricostruzione degli inquirenti quel pestaggio fu messo in atto perché si pensava che stessero tentando di rubare tra le auto in sosta in via Caio Dulio a Fuorigrotta. Ma il clan non vedeva di buon occhio i furti di e nelle vetture e questo avrebbe fatto scattare l’aggressione. Argomentazioni che non hanno retto con Troncone junior che è stato scarcerato facendo ritorno nella sua abitazione.

La Cassazione aveva respinto il ricorso dopo il Riesame

La vicenda di Troncone junior aveva dato il via ad una battaglia giudiziaria vera e propria. Lo scorso ottobre la Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso presentati dai legali del giovane dopo che il Riesame, nel marzo precedente, aveva accolto il ricorso della Procura disponendo l’arresto del giovane fermato a Natale 2021 dopo l’agguato subito dal padre e poi subito rilasciato dopo la mancata convalida. Nel decreto di fermo eseguito nei confronti di Troncone junior (che avrebbe agito insieme al cugino Andrea Merolla a sua volta ucciso in un agguato) vi era la ricostruzione di un violento pestaggio effettuato dai due nei confronti di altri due uomini uno dei quali legato da parentela alla famiglia Di Napoli del Rione Traiano, nucleo a sua volta indicato come vicino al clan Cutolo. Una ricostruzione che non convinse il gip del Tribunale di Napoli, che decise di non convalidare il fermo, alla luce di due considerazioni evidenziate dai legali di Troncone (gli avvocati Antonio Abet e Andrea Lucchetta) e cioè che la fonte che aveva portato alle accuse contro Troncone, a proposito del pestaggio, era rimasta confidenziale e che le immagini delle telecamere allegate al decreto di fermo erano tutt’altro che nitide.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Peppe Di Napoli ospite a ‘Verissimo’: “Ci regalerà un bellissimo racconto di vita”

Peppe di Napoli sarà ospite di Silvia Toffanin a Verissimo sabato 27 aprile. Il pescivendolo napoletano star dei social...

Nella stessa categoria