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Tre morti sul lavoro a Marcianise, si indaga per omicidio colposo plurimo

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Dolore e rabbia per la morte venerdì pomeriggio dei tre operai napoletani rimasti uccisi dallo scoppio alla Ecopartenope di Marcianise, azienda che trattava rifiuti speciali. Pasquale De Vita (51 anni, titolare dell’azienda), Ciro Minopoli (60enne, responsabile della sicurezza) e Antonio Donadeo (50 anni, dipendente), sono morti sul colpo a causa della deflagrazione di un silos che conteneva oli esausti dovuti a una scintilla, secondo le prime ricostruzioni e verifiche dei vigili del fuoco. I tre stando alle ricostruzioni della Polizia di Stato e del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Caserta, stavano effettuando una saldatura ad una sonda in un’operazione di manutenzione ordinaria. Sbalzati a diversi metri di distanza per lo scoppio, i tre sono praticamente morti subito. Altre due persone sono rimaste ferite in maniera non grave nell’inferno di fuoco di ieri. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo plurimo. Le autopsie sui corpi delle tre vittime saranno effettuati all’inizio della prossima settimana.

Il ricordo delle vittime

De Vita, Minopoli e Donadeo abitavano nella zona Occidentale di Napoli tra Pianura e Fuorigrotta. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Decima Municipalità Fuorigrotta-Bagnoli, Sergio Lomasto, conosceva Donadeo abitante in via Rossetti a Fuorigrotta. «La nostra comunità è scossa da una tragedia immane – afferma in un post sui social Lomasto –Tra le vittime dell’esplosione a Marcianise c’è anche un uomo di Fuorigrotta, residente in Via Rossetti, nel parco dove ho l’onore di amministrare un condominio, e parte del nostro quartiere della X Municipalità, che rappresento come consigliere e capogruppo del Movimento 5 Stelle. Alla sua famiglia di lavoratori va il mio più sincero cordoglio e abbraccio». Lomasto poi aggiunge: «Alla sua famiglia di lavoratori va il mio più sincero cordoglio e abbraccio. È inconcepibile che nel 2025 si possa ancora morire così, sul posto di lavoro, a causa di ciò che doveva essere normale quotidianità. Queste non sono fatalità: sono ferite collettive che ci obbligano a pretendere più sicurezza, più controlli, più prevenzione. Il lavoro deve dare dignità e futuro, mai morte».

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Pasquale De Vita era il titolare della ditta, rilevata qualche anno fa. Il 51enne non si limitava a dirigere e a impartire ordini ai dipendenti, era egli stesso un lavoratore della Ecopartenope. Specializzato nel recupero degli oli esausti, appena l’8 settembre scorso aveva festeggiato le nozze d’argento insieme alla moglie e ai due figli. Viene descritto da tutti come una «brava persona dedita alla famiglia».

Di Ciro Minopoli, anche lui residente nell’area occidentale di Napoli e responsabile della sicurezza dell’azienda, si sa che era un grande tifoso del Napoli e anche lui molto legato alla famiglia.

Le parole del sindaco di Marcianise

Antonio Trombetta, sindaco di Marcianise ha espresso a nome della sua comunità «profondo cordoglio e solidarietà alle famiglie delle vittime dell’esplosione alla Ecopartenope. Siamo vicini al profondo dolore delle famiglie colpite da questo grave lutto sul lavoro, che ha visto la perdita di tre operai e altri sono feriti. Come sindaco di Marcianise, ribadisco il mio impegno e quello di tutta l’amministrazione di intraprendere azioni in sinergia con tutti gli enti preposti e di controllo affinché tragedie come questa non si ripetano, promuovendo con forza la cultura della sicurezza e della prevenzione in tutti i contesti lavorativi».

Il cordoglio in Consiglio comunale a Napoli

Intanto, la presidente del Consiglio Comunale di Napoli Enza Amato ha annunciato per la seduta in aula di lunedì 22 settembre un momento di raccoglimento in memoria dei tre operai morti. «Esprimo profondo cordoglio per la tragedia avvenuta ieri a Marcianise, dove hanno perso la vita Ciro Minopoli , Antonio Donadeo e Pasquale De Vita in seguito a un’esplosione nello stabilimento Ecopartenope – le parole di Enza Amato – Questo incidente mortale sul lavoro conferma l’urgenza di rafforzare le misure di prevenzione e controllo nei luoghi di lavoro Stiamo continuando a contare vittime tra persone che svolgono il proprio dovere per sostenere le famiglie e contribuire all’economia del territorio». La presidente del Consiglio comunale conclude: «Un episodio così grave conferma, ancora una volta, la necessità di strumenti concreti che non si limitino alla responsabilità individuale, ma poggino su sistemi di trasparenza e controllo, capaci di facilitare un monitoraggio immediato per cittadini, istituzioni, imprese e lavoratori sulle condizioni effettive dei luoghi di lavoro».

Le parole del Vescovo

Dure anche le parole di Pietro Lagnese, vescovo rappresentante della chiesa di Capua e Caserta. «Dinanzi a tragedie come questa non basta il cordoglio, ma è necessario esprimere con forza la nostra indignazione. Ogni incidente mortale sul lavoro è una sconfitta per la società nel suo complesso perché segna una lacerazione profonda sia in chi ne subisce gli effetti diretti – come la famiglia e i colleghi di lavoro – sia nella collettività. Per sconfiggere questo male è richiesto un approccio integrale da parte di tutti i soggetti in campo: vanno realizzati interventi di sistema sia a carattere statale, sia a livello aziendale».

Secondo Lagnese è «fondamentale investire sulla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro; è importante che lo Stato metta in atto controlli più attenti, che diventino uno stimolo alla prevenzione degli infortuni. Ogni volta che muore qualcuno sul posto di lavoro – ha aggiunto il vescovo – diciamo: ‘basta, non deve succedere più!’. Invece, purtroppo gli incidenti e le morti si ripetono, e con grande frequenza. Non si può accettare che la mattina si esca per guadagnare il pane per sé e per i propri cari, per poi non fare più ritorno a casa, a causa di un infortunio sul lavoro! A volte – diceva Papa Francesco – sembra di sentire un bollettino di guerra. E aggiungeva che ‘la sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo: ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare, ed è sempre troppo tardi! La sicurezza per le aziende non può essere considerata un costo, ma un investimento, perché tutela la vita umana che è il dono più prezioso che Dio Padre ha voluto farci» conclude il vescovo.

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatinohttp://InterNapoli.it
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale, della cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore. Vincitore di diversi premi giornalistici locali e nazionali, sono mosso sempre dalla curiosità: il vero sale di questo mestiere.
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