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Trema la camorra dell’area Nord di Napoli, si è pentito il boss Bruno Avventurato: è indagato nell’omicidio di Antonio Natale

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Trema la camorra dell’area Nord di Napoli, si è pentito il boss Bruno Avventurato indagato nell’inchiesta per l’omicidio del giovane pusher Antonio Natale ucciso il 4 ottobre 2021 a Caivano, per aver sottratto un borsone di armi e droga al clan Bervicato. A riportare la notizia sono Il Roma e Cronache di Napoli.  Bruno Avventurato ha quindi seguito le orme del fratello Giancarlo, collaboratore di giustizia già da tempo.

La notizia del pentimento di Bruno Avventurato apre nuovi scenari nelle indagini sugli affari criminali di Acerra, Caivano ed Afragola, città dove la camorra da anni controlla la città e dove gli scontri criminali continuano ad essere frequenti.

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L’indagine per la morte di Antonio Natale

E’ ritenuto un killer spietato Gennaro Pacilio, 56 anni, a cui i carabinieri hanno notificato in carcere un arresto per l’omicidio del pusher ribelle Antonio Natale, assassinato il 4 ottobre 2021 su ordine del gruppo malavitoso del Parco Verde di Caivano.
Secondo un collaboratore di giustizia, che lo conosce bene, era uno che “per denaro ucciderebbe anche i suoi figli”.
Oltre che a Pacilio, le accuse di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo aggravati dal metodo mafioso sono state notificate dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna anche ad altri due dei quattro componenti il commando: si tratta di Emanuele D’Agostino, 26 anni e Bruno Avventurato, di 48 anni.
A sparare i tre colpi di pistola a Natale (i primi due lo ferirono gravemente e l’ultimo alla testa lo uccise) fu proprio Gennaro Pacilio.

Anche D’Agostino cercò di sparare ma la sua arma si inceppò.
Domenico Bervicato (ritenuto il mandante) era alla guida dell’auto in cui venne l’omicidio. Poi ci sono i fratelli Bruno e Giancarlo Avventurato, di 48 e 36 anni. A questo gruppo malavitoso di Acerra, suo amico, si rivolse Bervicato mentre Giancarlo, diventato collaboratore di giustizia, non avrebbe preso parte alla fase esecutiva ma solo fornito un supporto.
Il mandante si disse pronto a pagare fino a 200mila euro per uccidere Natale, che conosceva da una decina di anni, salvo poi pagare circa 10mila euro al sicario, che pretese però un anticipo. Domenico Bervicato, dopo l’omicidio, per costituirsi un alibi, si recò la sera alla festa di Bruno Avventurato, scatenandone l’ira.

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Redazione Internapoli
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