11.3 C
Napoli
sabato, Aprile 27, 2024
PUBBLICITÀ

Un nuovo capo per Cosa Nostra dopo la morte di Messina Denaro: 3 i nomi

PUBBLICITÀ

Stanotte è morto Matteo Messina Denaro, ma Cosa Nostra resta ancora una pericolosissima organizzazione. L’uscita di scena dello storico padrino accrescerebbe ulteriormente le difficoltà della mafia siciliana nel reperimento di autorevoli boss. Questo, però, non inciderebbe sull’operatività dell’organizzazione nel suo complesso né si ritiene possa attenuare la pressione criminale nel territorio isolano.

Le organizzazioni siciliane, infatti, si confrontano con contesti ancora fortemente cedevoli alle intimidazioni mafiose, realizzando un “sotterraneo consensualismo” mediante il quale la vittima spesso intravede una sorta di corrispettivo per il servizio prestato in suo favore da Cosa Nostra.

PUBBLICITÀ

IL FENOMENO DELLA SOMMERSIONE

In generale, oltre alle pressioni estorsive nei confronti di commercianti e imprenditori, talvolta concretizzate anche con modalità più o meno dissimulate d’imposizione di manodopera e forniture, le famiglie continuano a mantenere un atteggiamento improntato alla cosiddetta sommersione, rifuggendo, dove possibile, dal compiere eclatanti azioni anche violente per meglio infiltrarsi nel tessuto dell’economia legale, avvalendosi frequentemente di infedeli pubblici funzionari e rappresentanti delle istituzioni, proiettando gli investimenti anche in territori ultraregionali ed all’estero.

“COSA NOSTRA ESISTE ANCORA”

Sono trascorsi trent’anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio e sono stati raggiunti risultati straordinari nel contrasto alla sfida lanciata alle Istituzioni democratiche da Totò
Riina, come dimostra la cattura di Matteo Messina Denaro, della quale occorre rendere onore e merito alla DDA di Palermo ed alle Forze dell’Ordine che l’hanno consentita. Ma proprio la cattura di Matteo Messina Denaro dimostra che Cosa Nostra esiste ancora e, superata la frattura fra corleonesi e perdenti, prosegue nei suoi traffici attraverso la strategia della sommersione che ha consentito al latitante più ricercato dell’organizzazione di farsi curare in una clinica di Palermo per un lungo periodo, come negli anni ottanta, allorché le reti di protezione e l’omertà, ben miscelate, consentivano ad altri mafiosi latitanti di girare indisturbati per le vie della città”, disse il Procuratore Generale, Livia Sava, della Repubblica presso la Corte d’Appello di Palermo nel corso dell’inaugurazione anno giudiziario 2023.

Cosa nostra è in un’oggettiva situazione di profonda difficoltà che deriva anche dalle indagini che sono state svolte e che hanno portato il 16 gennaio alla cattura di Matteo Messina Denaro, ma non solo da quello. Ma cosa nostra… è tutt’altro che sconfitta. In questo momento mentre stiamo parlando le evidenze investigative attuali ci dimostrano che esiste una fortissima tensione all’interno dell’organizzazione volta a tentare l’ennesima ristrutturazione…. Nessuno può pensare appunto – e questo è fenomeno per me di preoccupazione – perché è stato detto anche da autorevoli esponenti anche della magistratura, non di quella palermitana naturalmente, che cosa nostra sia stata sconfitta e basta…. Attenzione allora a fare passare, e il pericolo c’è, un messaggio profondamente
sbagliato… è il momento questo di incrementare gli sforzi per arrivare alla sconfitta di cosa nostra e non di limitarsi ad una manifestazione astratta di soddisfazione per i risultati più importantissimi che sono stati conseguiti”, dichiarò Sava.

I POSSIBILI SUCCESSORI

Cosa Nostra palermitana è suddivisa in mandamenti e famiglie la cui consistenza numerica rimarrebbe invariata sia nel capoluogo, sia nella provincia. Tra i nomi dei possibili successori alla guida dell’organizzazione spicca quello di Giovanni Motisi. Boss del mandamento di Pagliarelli, latitante dal 1998, il “Pacchione” com’è conosciuto nell’organizzazione, è stato a lungo il killer di fiducia di Totò Riina. Ricercato dagli anni Novanta per diversi omicidi, dal 2001 e dal 2002 si aggiunsero le accuse di associazione mafiosa e strage.

LE VECCHIA MAFIA

L’altro uomo della vecchia mafia che potrebbe ambire al ruolo più alto è Stefano Fidanzati. Settantenne, membro della famiglia di narcotrafficanti dei Fidanzati dell’Arenella, ha costruito la propria ricchezza e posizione tra Palermo e Milano.  Oltre a questi due nomi, tra gli ultimi testimoni e protagonisti della stagione delle stragi di Cosa Nostra, gli inquirenti seguono con attenzione anche altre due figure più giovani.

Il primo nome è quello di Giuseppe Auteri, conosciuto come “Vassoio”.  Latitante da un anno e allievo del capomafia Calogero Lo Presti, sarebbe attualmente il tesoriere del mandamento di Porta Nuova, tra i più ricchi in assoluto. Altra figura che suscita interesse negli investigatori è quella di Sandro Capizzi, figlio di Benedetto, boss del clan di Santa Maria di Gesù. Non è chiaro chi e con quali modalità prenderà il potere in Cosa Nostra, dove il guardare al passato, però, è acclarato.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Fassino denunciato per il furto di un profumo, l’accusa: “Lo aveva già fatto”

Già in passato Piero Fassino sarebbe stato riconosciuto come autore di un furto nel duty free del Terminal 1 dell'aeroporto...

Nella stessa categoria