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sabato, Maggio 18, 2024
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Vince 5 mln di euro col Gratta e Vinci, ma la sua vita diventa un incubo: rapinato due volte

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Gianni (nome di fantasia), 33 anni, è un autotrasportatore di Nichelino che il 2 agosto 2021 ha vinto 5 milioni di euro con un Gratta e vinci. Da quel momento la sua vita si è trasformata in un vero e proprio incubo. 

La storia di Gianni 

Gianni vive a Torre Pellice, nel Torinese ed è stato rapinato già ben due volte da quando ha vinto 5 milioni di euro grazie a un Gratta e vinci.

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«Quando incassi vivi in uno stato di euforia e commetti errori» «C’è stato un momento in cui ho maledetto quella vincita, che mi stava portando solo guai. Adesso spero che l’incubo sia finito». Afferma Gianni (nome di fantasia).

Lo scorso 28 maggio è stato rapinato assieme alla compagna nella sua casa di Torre Pellice. Un assalto messo a segno da 4 rapinatori incappucciati e armati di pistola: «Dacci gli orologi e ce ne andiamo». 
Tuttavia, Gianni non ha orologi in casa. Tutti i soldi che ha vinto li ha investiti in lingotti e criptovalute, ha ingrandito la sua azienda di logistica, comprato una Bmw da 150 mila euro, una casa alla madre e la villa a Torre Pellice.

«Quando mi hanno chiesto degli orologi ho pensato che avessero sbagliato persona — rivela l’imprenditore —. Il precedente proprietario era un collezionista». Uno dei rapinatori punta la pistola alla testa di Gianni, gli assesta uno schiaffo e si fa consegnare i 23 mila euro che ha in tasca. Poi setaccia la casa e si impossessa di preziosi e gioielli per 14 mila euro e infine trova 8 chili di lingotti del valore di 530 mila euro.

L’imprenditore, però, riesce a dare l’allarme alle autorità.

Le autorità riescono a fermare i coinvolti nella rapina

«Ho pensato che quei banditi fossero dei dilettanti, uno ha risposto al telefono durante il colpo. Nella tavernetta avevo un’accetta, ho pensato di reagire, ma per fortuna non l’ho fatto».

Dopo quasi un anno di indagini tutti i coinvolti nella rapina sono finiti in cella. «I carabinieri di Pinerolo e Torre Pellice hanno fatto un lavoro eccezionale, se verrà recuperata dell’altra refurtiva ne destinerò una parte per un “riconoscimento” all’Arma», continua Gianni. Che ancora si dispera per non aver messo i lingotti in una cassetta di sicurezza: «Ora la mia casa è un bunker, ma quando ti capita una vincita del genere vivi in uno stato di perenne euforia e commetti errori che oggi non rifarei. Avevo chiesto di depositarli in banca, ma la mia filiale era in un’altra città e le procedure erano lunghe. Dei lingotti sapevano solo gli amici intimi, non ho mica messo i manifesti».
E i carabinieri continuano a indagare nella cerchia delle conoscenze della vittima per individuare i mandanti: «Spero non sia così, ma l’invidia è una brutta bestia — conclude Gianni —. Io ho cercato di aiutare tutti, ma qualcuno mi si è rivoltato contro e l’ho già allontanato. Adesso non vedo l’ora che cominci il processo per guardare queste persone in faccia e capire chi sono. Se comprerò un altro gratta e vinci? Proverò il nuovo biglietto da 25 euro, magari la fortuna mi bacia di nuovo».

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