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sabato, Aprile 27, 2024
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«Zucchero al posto della cocaina», la truffa al clan di Caivano e il sequestro dei responsabili

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Tra le numerose dichiarazioni rese da Antonio Cocci ai magistrati c’è anche quella di una truffa subito dal gruppo di Caivano (leggi qui l’articolo di lancio). Un episodio che vide come protagonista suo malgrado il ras Pasquale Fucito ‘ marziano che, secondo Cocci, fu ingannato da alcuni venditori innescando la dura reazione di Antonio Ciccarelli che arrivò a sequestrare uno di loro per avere indietro i soldi presi con l’inganno. Ecco il racconto di Cocci:«Una volta Fucito si è recato a Firenze per acquistare 10 pacchi di cocaina, ma al rientro a Caivano si è accorto che era stato truffato in quanto gli era stato consegnato dello zucchero al posto della cocaina. Ha perso 250mila euro in quanto aveva pagato 25mila euro al chilo. Queste persone di Firenze gli erano state presentate da un persona del quartiere Vasto di Napoli e da un albanese, quest’ultimo conosciuto dal Ciccarelli. Ciccarelli quando seppe che Fucito era stato truffato mi chiamò e mi disse che avrei dovuto fare un servizio con…. L’indomani mi è venuto a prendere e ci siamo recati in un capannone che un suo parente ha a Casoria e li c’erano Ciccarelli, Schiavoni e Sorio. Ho chiesto cosa fosse successo e Ciccarelli mi ha detto che stavano per arrivare anche l’albanese che aveva presentato a Fucito i venditori fiorentini e che era sua intenzione legarli alle sedie. I due arrivarono ed al loro arrivo Schiavoni dopo aver messo il colpo ha puntato la pistola contro l’albanese e ha legato con le fascette alla sedia e Ciccarlli disse loro che se Fucito fosse stato d’accordo lui li avrebbe uccisi entrambi».

La rabbia del ras di Caivano e l’accordo trovato con gli albanesi

Cocci dunque racconta come Fucito, una volta giunto sul posto, rimase molto impressionato dalla scena che vide consapevole che Ciccarelli sarebbe potuto passare alle vite di fatto considerata la sua indole. Solo dopo una telefonata le ‘parti’ giunsero ad un accordo:«L’albanese disse che non era al corrente della truffa in quanto in caso contrario non sarebbe mai andato li. Ad un certo punto arrivò Fucito che vedendo la scena si spaventò ben conscio del fatto che Ciccarelli era in grado di passare alle vie di fatto. Quindi Ciccarelli chiese all’albanese di contattare al telefono il padre e mettere in viva voce al quale Ciccarelli spiegò l’accaduto dicendogli che doveva ridare al Fucito 250mila euro. E il padre dell’albanese si impegnò a fornire 15 pacchi di Kobret per un valore di 70mila euro, in luogo dei 250mila di cui non aveva la disponibilità. Ciccarelli e il padre dell’albanese si accordarono ed in cambio il figlio e il dominicano sarebbero stati rilasciati. Noi abbiamo accompagnato il dominicano al Vasto con le nostre macchine. So, per averlo appreso dal Ciccarelli, che effettivamente è venuto in possesso dei 15 pacchi di kobret».

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