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sabato, Maggio 18, 2024
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Trema la camorra di Caivano, si pente Domenico Bervicato

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Un sisma dalle proporzioni inimmaginabili. Domenico Bervicato, indicato come il mandante dell’omicidio di Antonio Natale, ha deciso di collaborare con la giustizia. Il suo primo verbale è datato 8 gennaio 2024, è quella la data scelta dal giovane (classe 2001) per indirizzare diversamente la sua vita:«Intendo collaborare con la giustizia», queste le sue prime parole. Bervicato fu arrestato dai carabinieri nell’aprile del 2021 per l’omicidio del pusher il cui corpo fu fatto sparire per alcuni giorni. Il cadavere fu poi ritrovato in piena campagna nella periferia di Caivano. Un delitto che Bervicato tentò di sviare, inscenando fughe, dicendo bugie, inquinando prove, tentando di costruirsi un alibi. Ma tutto ciò non è servito a nulla perché grazie al lavoro puntiglioso dei militari dell’Arma di Castello di Cisterna, è stato possibile individuare l’autore del delitto, le modalità ed il movente. Tant’è che messo alle strette, Bervicato non potè far altro che confermare il quadro indiziario a suo carico.

E’ considerato il mandante dell’omicidio di Antonio Natale

Antonio Natale gestiva una piazza di spaccio  nel Parco Verde di Caivano, nella cosiddetta “Casa dei Mattoni”, insieme ad altri componenti del gruppo Bervicato. Sarebbe stato punito per il furto di un borsone di armi e droga, che avrebbe nascosto in un’abitazione di Orta di Atella. Proprio Domenico Bervicato, come ricostruito dalla Procura, era andato a prendere Natale col pretesto di andare insieme a Napoli a comprare dei vestiti, ma poi aveva caricato nella sua Smart anche Emanuele D’Agostino e Gennaro Pacilio. Il 22enne sarebbe stato ammazzato a colpi di pistola mentre l’auto era in movimento. Una vera e propria trappola per Natale che, prima di morire, credendo Bervicato suo amico, gli avrebbe implorato queste parole:«Domè aiutami». Per quel delitto Bervicato è considerato il mandante (leggi qui l’articolo). L’uomo nei suoi primi verbali avrebbe parlato degli affari criminali del gruppo Angelino, clan che si sarebbe fatto spazio a Caivano dopo gli arresti che hanno decimato i Sautto-Ciccarelli. Subito dopo Bervicato a pentirsi sarebbe stato Raffaele Bervicato, esponente proprio degli Angelino nonchè uomo di assoluta fiducia del boss Antonio Angelino ‘Tibiuccio’: Raffaele Bervicato avrebbe parlato della lunga lista delle estorsioni del gruppo di Caivano:«Questa era la lista. In tutto ricavavamo 5.750 euro al mese. Questi erano solo i commercianti che pagavano una quota fissa. Poi c’erano i cantieri che pagavano all’inizio dei lavori in base all’importo degli stessi. Pagavano o il 5% dell’importo dell’appalto o 1.500 euro ad appartamento costruito».

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