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Nuovo pentito svela i segreti della faida

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C’è un’intera famiglia che rischia di essere sterminata. Un nucleo numeroso, circa una decina di persone tra uomini e donne, nel mirino della camorra: è la famiglia Prestieri, il clan «offerto in regalo» dagli scissionisti degli Amato-Pagano agli alleati degli Abbinante. Faida, anno 2007: ecco l’allarme dei pm dopo il fermo di due presunti killer Giovanni Moccia, ucciso a Calvizzano lo scorso 27 settembre, scattato grazie alla collaborazione di Giovanni Piana, scampato miracolosamente all’agguato e passato dalla parte della giustizia. Faida perenne, con infiniti regolamenti di conti, rancori e voglia di vendetta, all’indomani del recente ritorno in libertà di decine di boss tra Scampia, Secondigliano e l’hinterland. Lo hanno spiegato il capo della Dda Franco Roberti e i suoi pm Luigi Cannavale e Stefania Castaldi, dopo aver spiccato fermi a carico di Giovanni Esposito (44 anni) e Giovanni Carriello (30 anni), nelle indagini del comando provinciale del colonnello Gaetano Maruccia. «Sulla scorta delle accuse del pentito – spiega l’aggiunto Roberti – tutta la famiglia Prestieri rischia di essere sterminata». Piana, lo scorso 27 settembre, doveva morire assieme a Moccia. Fu attirato in una trappola e rimase ferito, ma riuscì a sfuggire ai killer. Pochi giorni dopo quel raid decise di rompere con moglie e figli (imparentati con gli Abbinante), ricostruendo anche le prossime mosse del cartello degli scissionisti. «Io e Moccia dovevamo morire perché nel pieno della faida del 2004-2005 non ci impegnammo come killer affianco agli Abbinante, agli Amato-Pagano nella guerra a Di Lauro. E per questo motivo è stato ucciso Giuseppe Carputo (trovato carbonizzato a Giugliano lo scorso 27 settembre)». Piana accusa anche i presunti mandanti dell’epurazione interna, che in un recente summit hanno fissato le regole della nuova strategia adottata dagli scissionisti. E tira in ballo il boss Guido Abbinante (formalmente estraneo all’inchiesta), scarcerato da poco per decorrenza termini nonostante la condanna a 18 anni di reclusione. Dal clan Abbinante, la nuova logica di terrore: «Uccidere chi non si è impegnato nella guerra contro Di Lauro – ragionano gli inquirenti – a cominciare da Moccia e Carputo e dallo stesso Piana». Una ricostruzione nella quale spunta «l’offerta di regalo» fatta dagli Amato-Pagano agli Abbinante. In cosa consiste il «dono» al boss scarcerato? «Nel vendicare un lutto subito dagli Abbinante nel corso della faida del 2004/2005, la morte del cognato del boss, firmata dai Prestieri all’epoca alleati ai Di Lauro». Vecchi rancori in una vicenda che conta settanta omicidi, tra la faida del 2004 e quella degli ultimi mesi. «Uno scenario che ci ha spinto ad agire con lo strumento del fermo dei pm – spiega il procuratore aggiunto Franco Roberti – anche di fronte alla gravità degli elementi raccolti dopo la preziosa testimonianza del pentito».

LEANDRO DEL GAUDIO





«Vogliono sterminare la famiglia di Prestieri»


L’ultima volta che il suo nome è stato pubblicato dai giornali, si parlava di arte figurativa, una «personale» di pittura con esposizione in via Medina. Il suo nome, quello di Tommaso Prestieri, era stato citato ad esempio della possibilità di riscatto dal crimine, un esperimento riuscito di artista capace di tagliare i ponti col passato. Ora Tommaso Prestieri torna in un atto giudiziario, non da indagato, ma nella veste altrettanto scomoda di potenziale bersaglio di una strategia di morte. Lo racconta Giovanni Piana, ex braccio destro di Francesco e Guido Abbinante (boss di Marano e Secondigliano) dopo essere sfuggito all’agguato dello scorso 27 settembre. Lui, il nuovo pentito, svela di aver preso parte a un summit dello scorso settembre,nel quale erano presenti i boss vincenti del clan Di Lauro, tra cui il capo degli «spagnoli» Raffaele Amato (libero per un vizio di forma), il suo braccio destro Cesare Pagano e i propri affiliati. Parole di pentito, che attendono la verifica di un giudice. «Guido Abbinante chiese ad Amato e a Pagano di eliminare il gruppo dei Prestieri perché questi, durante la faida, si erano resi responsabili dell’omicidio del cognato dello stesso Guido Abbinante». Quale fu la risposta degli Amato-Pagano? I capi dissero a Guido che presto gli avrebbero fatto un regalo». Parole che spingono il procuratore aggiunto Franco Roberti e il pm Stefania Castaldi a dire che «tutti i Prestieri sono in pericolo di vita». I nomi dei potenziali bersagli, li fa lo stesso collaboratore di giustizia: «Tommaso Prestieri, fratello di Raffaele, Antonio Prestieri detto il ”nano”, nipote di Tommaso e figlio di Raffaele, Antonio Pica, Nicola Todisco, ritenuto killer di fiducia della famiglia Prestieri, Gennaro Magri». Il pentito è un fiume in piena. E racconta anche il retroscena dell’agguato al quale è scampato, costato caro all’amico fraterno Moccia, e della morte di Carputo. «Guido Abbinante ci convocò con una trappola. Diede un biglietto in mano a Moccia, con su scritto il nome di un commerciante da taglieggiare. Fu una trappola. Quel biglietto fu un modo per attirarci sotto casa del boss, dove ci aspettavano i killer». Ma perché uccidere Moccia, Piana e Carputo? È ancora il pentito che spiega l’antefatto. «La decisione risale all’atto iniziale della faida, quando gli Abbinante passarono con gli scissionisti, voltando le spalle ai Di Lauro. Noi facevamo parte di un gruppo di fuoco e andavamo spesso in una villetta di Varcaturo, dove si decidevano gli agguati da compiere contro i Di Lauro. A me e a Moccia ci chiesero di uccidere Fulvio Montanino, dando inizio alla guerra ai Di Lauro, ma noi ci defilammo, perché non avevamo poi tanta fiducia di questi scissionisti». Di qui la vendetta che arriva con tre anni di ritardo: il 28 settembre del 2004, l’omicidio Montanino, che diede inizio alla guerra della droga, tre anni dopo, il 27 settembre del 2007, la decisione di uccidere i killer traditori, Moccia, Piana e Carputo.
l.d.g.

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IL MATTINO 30 NOVEMBRE 2007

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