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sabato, Giugno 1, 2024
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Uccise per gelosia, si è costituito

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«Mi stavate cercando, eccomi». Accompagnato dal suo avvocato, si è presentato ieri mattina ai carabinieri di Castello di Cisterna che gli davano la caccia da un mese: Salvatore Cacciapuoti, 33 anni, è stato arrestato per l’omicidio di Giuseppe Divano, 37 anni, assassinato il 2 novembre scorso in un bar di corso Campano mentre era in compagnia di un amico. Il pm Milena Cortigiano ha convalidato l’ordinanza di fermo e spedito in carcere l’uomo che in un pomeriggio di inizio novembre, si è trasformato in killer, per porre fine alla relazione tra sua moglie e la vittima. Divano, fu colpito alle spalle da sei proiettili di una calibro 9 mai ritrovata. Alcuni dettagli indirizzaroni i militari a seguire la pista passionale che in un mese si è arricchita di indizi. Una follia omicida quella di Cacciapuoti, scaturita da 18 mesi di difficile convivenza con l’idea che tutti in paese sapessero della relazione tra la sua donna e la vittima. Sua moglie, parrucchiera di professione, lo tradiva con Divano, anche lui sposato, che frequentava il negozio della sua rivale in amore. Le due, più volte si erano affrontate e minacciate. Poi la mediazione dei familiari: la promessa dei due amanti che avrebbero rinunciato a quell’amore, una promessa che avrebbe messo a tacere i pettegolezzi. Pochi giorni prima dell’omicidio però, Cacciapuoti venne a sapere che quella storia non si era mai interrotta. Il 31 ottobre rientrato da Firenze, dove lavorava come elettricista per una ditta, decise di porre fine a quella relazione facendo pagare a Divano con la vita. Intorno a questa ipotesi i militari, coordinati dal maggiore Fabio Cagnazzo e dal capitano Alessandro Andrei, hanno istruito l’indagine che ha portato, ieri, il pm a convalidare l’ordinanza di fermo per Cacciapuoti, accusato di omicidio volontario e porto illegale di arma. Davanti alle autorità giudiziarie, in presenza del suo avvocato, Giuseppe Pellegrino, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. In attesa della decisione del gip, il lavoro degli inquirenti continua. Nella ricostruzione dei fatti manca un tassello che consentirebbe di chiudere definitivamente il fascicolo dell’indagine. La testimonianza dell’uomo che in compagnia di Divano, avrebbe visto in faccia l’assassino. Intanto gli indizi raccolti dagli uomini del maggiore Cagnazzo e del capitano Andrei, sono risultati sufficienti: sotto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, il magistrato scrivesse il proprio nome.



MONICA D’AMBROSIO – IL MATTINO 2 DICEMBRE 2007

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