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lunedì, Maggio 6, 2024
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ECOBALLE, LA VERA EMERGENZA

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di FRANCESCO VASTARELLA



«Per due anni bisognerà andare avanti a passo di carica. Non c’è un minuto da perdere, la scommessa è sul tempo». Massimo Paolucci, vicecommissario per l’emergenza rifiuti, lancia la sfida. «Ci siamo liberati delle discariche, ora dobbiamo creare un sistema industriale intorno ai rifiuti e liberarci delle balle di Cdr. Entro tre mesi dovranno nascere nuove entità organizzative territoriali – riprende il vicecommissario – Entro un anno e mezzo la raccolta differenziata deve arrivare al 30-35 per cento. La produzione di balle di Cdr si ridurrà così di un terzo. Ma anche la costruzione dei termovalorizzatori deve avvenire nei tempi stabiliti».Sebbene la fase acuta sia superata, l’emergenza continua, anzi, rischia di acutizzarsi a ogni passo falso. «I Cdr non hanno risolto i problemi, non sono né possono funzionare come nuove discariche», puntualizza il vicecommissario. Il sistema, in altre parole, è zoppo. Dunque, due anni di corsa per realizzare i termovalorizzatori di Acerra e Santa Maria La Fossa e nel frattempo continuare a convivere con le ecoballe. E un anno e mezzo per mettere a regime il sistema di raccolta differenziata.
Altrimenti la Campania non riuscirà a liberarsi dell’incubo delle quattro milioni di tonnellate di balle di combustibile da rifiuti che saranno prodotte fino al 2005 e che occuperanno 60 ettari di terreno scatenando le proteste, come è già avvenuto a Giugliano, Caivano, Capua. Non solo, rischiano di ingolfarsi gli impianti di combustibile da rifiuti che non sanno come liberarsi delle balle
Le balle da bruciare sono più di un incubo. I conti vanno regolati prima di tutto con i tempi di costruzione dei termovalorizzatori, poi con le proteste, con gli inevitabili blocchi, gli strascichi giudiziari e le rimostranze delle comunità locali: basta ricordare la rivolta della gente di Acerra e l’esasperazione degli agricoltori per la loro terra avvelenata. Ridurre le balle, altrimenti l’emergenza si allungherà all’infinito e anche i termovalorizzatori potrebero essere congestionati.
In Campania la raccolta differenziata, oggi nelle mani dei Comuni, non è al 12 per cento, contro l’obiettivo del 30-35. Oggi finiscono nei sei su sette Cdr in funzione seimila e più tonnellate di rifiuti indifferenziati, che fanno spesso saltare i macchinari producendo materiale di bassa qualità. «In futuro dovremo fare in modo – riprende Paolucci – che la quota da inviare ai termovalorizzatori si riduca di un terzo tra la fase della raccolta differenziata e le quantità inviate ai Cdr. Devono essere al massimo duemila e 500 tonnellate al giorno. Con la riorganizzazione varata di recente l’obiettivo può essere centrato. Facendo calare il numero di appalti per la raccolta, facendo confluire in strutture di selezione i rifiuti. Semplificare le procedure, insomma». Il riferimento di Paolucci è agli Epar, enti provinciali di ambito per il ciclo integrato dei rifiuti, nati con una recende ordinanza commissariale e al programma di investimenti da 250 milioni di euro per 200 isole ecologiche, 25 compostaggi, 20 aree di trasferenza e alla miriade di piattaforme per carta, plastica, legno, vetro.

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IL MATTINO – 10 NOVEMBRE 2002

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