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IL MATTINO. TENSIONE AL PRESIDIO: “CHE SIA L’ULTIMA NOTTE”

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Il conto alla rovescia è arrivato alle ultime battute. Mancano poche ore all’impegno dell’uscente commissario straordinario all’emergenza rifiuti, Alessandro Pansa. Poche ore a mezzogiorno, all’annunciata chiusura del sito di stoccaggio di Taverna del Re. E stamattina, con un ordine del giorno aggiuntivo sui problemi ambientali, si riunirà il Consiglio comunale di Giugliano. In discussione, naturalmente, le prospettive sulla dismissione di Taverna del Re, sui problemi della difficile bonifica di un’area estesa, compromessa da cumuli e cumuli di ecoballe pressate, cariche di rifiuti indistinti di ogni tipo. Il sindaco, Francesco Taglialatela, ha chiesto il controllo dei camion in arrivo: pretende il rispetto dell’ultima ordinanza commissariale, quella della vigilia di Natale, che limitava lo scarico di rifiuti nel sito giuglianese solo ai Tir provenienti dai Cdr di Caivano e Giugliano. In mattinata, sono così arrivati degli agenti della guardia di finanza per una verifica. Ma è stato difficile accertare la provenienza del carico. Nel sito, ormai stanchi dopo quasi una settimana di allerta caratterizzata da tensioni, i manifestanti del presidio a Taverna del Re erano una cinquantina. Tutti scettici sul rispetto degli impegni. Scettici sulla chiusura definitiva di Taverna del Re. Ma attendono le dodici di stamattina, per essere smentiti nel loro pessimismo. Dure le prese di posizione nei comunicati ufficiali: «Per tenere pulite le strade dei nuovi viceré di Napoli (lasciando affondare nell’immondizia le province) si è scelto di riaprire il sito mettendo in campo una forza repressiva senza limiti». E giù con un’accusa: «Si è scelto di mettere in campo una forza repressiva senza limiti, manco si avesse a che fare con pericolosi criminali». Alla vigilia di quello che dovrebbe essere l’ultimo giorno di apertura di Taverna del Re, monta l’ultima polemica. Passano ancora camion, con l’ormai abituale tira e molla, condito di strattonamenti, anche ruvidi, tra agenti e manifestanti. Una scena che si ripete da quattro giorni. I camion passano e scaricano. Ma c’è chi si accorge, attraverso i segni esteriori, che non si tratta solo di automezzi provenienti da Caivano o da Giugliano. C’è anche qualche carico in arrivo da Acerra: non meno di nove camion. Parte la protesta e il blocco: i manifestanti non vogliono consentire l’uscita dei camion vuoti. Se non escono quelli dentro, altri non ne possono arrivare. Negli spintoni e strattonamenti, un uomo riceve un calcio. Dicono i manifestanti: «Abbiamo fatto rilevare alle forze dell’ordine che almeno cinque automezzi, che si apprestavano a scaricare i rifiuti, erano in contrasto con l’ordinanza commissariale, perché provenivano da Acerra». Dopo trattative, viene deciso di lasciare i nove automezzi nel sito di stoccaggio. Mentre viene assicurato che non arriveranno più carichi di rifiuti. Nel frattempo, sotto la lettera da spedire al premier Prodi, al ministro Pecoraro Scanio e ai presidenti di Camera e Senato, sono aumentate le firme: oltre duemila persone del comprensorio tra Giugliano e Villa Literno hanno condiviso il documento elaborato dal sindaco Taglialatela. Chiedono il rispetto di impegni presi da più commissari straordinari e persino da una legge nazionale: basta con impianti di smaltimento rifiuti nel Giuglianese. Ma, anche con la chiusura di Taverna del Re, il guasto ambientale nella zona avrà bisogno di decine di anni per poter essere risanato. Nell’area, sette discariche, un Cdr, un immenso sito di stoccaggio. Parlano chiaro le statistiche mediche sull’aumento di tumori nei residenti pari al 10 per cento. Per non parlare dell’incremento delle malformazioni dei feti in donne incinte. Cosa succederà da mezzogiorno di oggi? Chiuderà sul serio Taverna del Re? Nell’ultimo anno, di annunci di chiusura se ne sono susseguiti ben tre. L’ultimo risale al 20 dicembre: l’emergenza natalizia ha costretto il prefetto Pansa alla riapertura dopo soli tre giorni. E così, nell’imminenza della fine del count down, lo scetticismo domina i pochi manifestanti rimasti a vegliare nella notte d’attesa al presidio.



GIGI DI FIORE – IL MATTINO 31 DICEMBRE 2007

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