Erano in tre, lo hanno circondato, non gli hanno lasciato una via di fuga. Giubbini imbottiti, un cappellino, giovani: probabilmente tossicodipendenti. È questo l’identikit degli assassini di Domenico Costabile, l’uomo ucciso a 49 anni due notti fa in corso Sirena a Barra, al termine di un balordo tentativo di rapina. Uno dei tre era armato di pistola ed è stata proprio quest’arma, usata a mo’di manganello, a provocare la morte del malcapitato. Gli assassini non hanno avuto pietà: hanno infierito inutilmente. Uno ha infatti colpito Costabile all’altezza del naso con il calcio della pistola. Poi, in un secondo momento sono partiti calci e pugni, mentre la vittima dell’aggressione tentava disperatamente di schivare colpi e fendenti. L’uomo ha perso molto sangue: l’emorragia o un infarto lo hanno stroncato. Dipendente di una Asl, sposato, padre di tre figli. Era una persona perbene, serena ed estranea a logiche criminali. Ed è stato ucciso per una quindicina di euro, la somma che aveva in tasca dopo aver trascorso una serata con amici e che i tre malviventi hanno provato ad arraffare prima di far perdere le tracce. L’uomo deve aver abbozzato una reazione, dopo essere stato circondato dai malviventi, ed ha subito la violenta punizione dei rapinatori. Probabile che dopo il primo colpo all’altezza del setto nasale, uno dei tre abbia infierito prendendolo a calci per poi scappare. In tasca aveva ancora soldi ed effetti personali, mentre al polso portava l’orologio che i tre balordi non hanno fatto in tempo a strappare. Una scena già vista a Napoli, già teatro di rapine finite nel sangue. Ora si indaga negli ambienti dei tossici o della microcriminalità locale. L’inchiesta – condotta dal dirigente Luciano Nigro e dalla Mobile del vicequestore Vittorio Pisani – è seguita dalla sezione criminalità predatoria del procuratore aggiunto Sandro Pennasilico e dal pm Maria Sepe. C’è subito un primo ostacolo: l’omicidio è stato consumato davanti a uno o più testimoni, ma nessuno si è fatto avanti. Spiega il procuratore aggiunto Pennasilico: «C’è la solita cortina di omertà e indifferenza, mi auguro che qualcuno collabori con gli investigatori. C’è la possibilità che qualcuno abbia visto qualcosa ma di collaborazione neanche a parlarne». Quella di Costabile è la seconda morte dall’inizio dell’anno in città. Il 49enne aveva da poco salutato alcuni amici ed era pronto a tornare a casa, a Villaricca, quando nei pressi della sua auto si è trovato di fronte i tre aggressori. Picchiato, sanguinante, è tornato sui suoi passi, ha avvertito gli amici e si è accasciato al suolo. Inutile la corsa nella clinica Villa Betania. Ha avuto a disposizione pochi minuti di lucidità, poi ha perso conoscenza. Decisiva in queste ore l’analisi di alcune tracce organiche rinvenute sul corpo della vittima, una speranza per chiudere il cerchio attorno ai tre assalitori.
leandro del gaudio
Il dolore del figlio: Napoli città balorda
di TONIA LIMATOLA
Villaricca. «La giustizia non ci interessa, purtroppo mio padre non c’è più». È un dolore rabbioso che impedisce di guardare fiduciosi al futuro quello di Nunzio, il figlio venticinquenne di Mario Costabile, l’impiegato ucciso l’altra notte a Barra per una rapina. Nunzio, affacciato al cancelletto della villetta del parco Maria di corso Italia, non riesce a trattenere il dolore, mentre un amico di famiglia tenta di rincuorarlo con un abbraccio. «Questa è Napoli, una città balorda», si dispera. «La nostra famiglia è distrutta», dice tra le lacrime la moglie Elvira, sorretta da una coppia di amici nel salotto al pian terreno della villetta. La sera della tragedia la coppia era andata insieme a Napoli: lei a casa di una conoscente che aveva partorito da poco, lui si tratteneva in strada con degli amici. Poi, prima che potessero ritornare a casa insieme, l’episodio di violenza che è costato la vita a Mario. La brutale aggressione, poi l’inutile corsa verso Villa Betania. I coniugi sono nati a distanza di un giorno, lui il primo, lei il 2 febbraio, nel ’58, e volevano organizzare una festa per il mezzo secolo di età di entrambi. Lo ricordano gli amici che tracciano di Mario il ritratto di una brava persona, molto rispettata sul lavoro e attaccata alla famiglia. Era stato da poco assegnato all’ufficio affari legali della Regione, dopo aver prestato servizio per anni alla Asl. Aveva una predilezione per la nipotina di un anno e mezzo, figlia di Manuele, ventotto anni, di cui aveva la foto sul cellulare con la scritta «ammore mio». Increduli i vicini. «L’ho saputo di primo mattino, abitano qui da sette anni – dice la signora Carmela – Tutte persone squisite». La famiglia Costabile ha ricevuto la visita del sindaco, che abita nello stesso condominio. «Era un amico caro, lo conoscevo bene. È proprio una vergogna», dice Raffaele Topo. Inconsolabile anche Chiara, 18 anni. Il pm Antonio Cataldo ha disposto l’autopsia e tra oggi e domani si dovrebbero svolgere i funerali nella vicina chiesa di «San Pasquale Baylon». Intanto stamattina i familiari si recheranno in Procura.
IL MATTINO 10 GENNAIO 2008

