I gabbiani al pascolo sulle finte ecoballe di rifiuti parcheggiate a Giugliano parlano più di una relazione tecnica: Pia Bucella, la signora italiana alla guida della direzione generale dell’ambiente della Commissione europea che ieri ha fatto di persona l’ultimo esame agli impianti campani – dal termovalorizzatore ai Cdr – dà un responso che pare già la condanna temuta. «L’immondizia a Napoli e Caserta – dice la signora Bucella – si raccoglie tal quale dalle strade, ed una parte importante di questa diventa quel Cdr che da anni, dall’apertura degli impianti, viene stoccato senza essere smaltito. Questo dimostra che, ad oggi, 14 febbraio 2008, non esiste in Campania un ciclo integrato dei rifiuti. È estremamente preoccupante. Nel 2008, a 33 anni anni dalla direttiva europea sui rifiuti, non è ambizioso pretendere una sua applicazione». Pia Bucella, scarpe basse, viso dolce, elmetto bianco ieri mattina presto era ad Acerra in visita al cantiere del termovalorizzatore che, dal 2001, non si riesce a terminare. È lei, con i suoi due collaboratori, un italiano ed un tedesco, che aiuterà la Commissione a decidere se dobbiamo essere puniti, con multe e perdita di fondi per miliardi di euro, per non aver saputo organizzare una raccolta dei rifiuti rispettosa della salute, dell’ambiente e della valorizzazione di quei tesori in carta, vetro, alluminio, che l’immondizia contiene a tonnellate. A sera la sua pagella è risultata dura. Ma non senza appello. Stamane gli emissari della commissione vedranno il comissario straordinario Gianni De Gennaro, l’assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini, «e diverse autorità locali». Dipenderà dai «fatti nuovi» che De Gennaro potrà comunicare la sensazione che la signora riporterà a Bruxelles per il giudizio finale tra un mese. Nella criticità della situazione riscontrata, fra il Cdr di Giugliano e la discarica di Serre, l’inviata di Bruxelles dà credito di «un’attenzione per garantire i parametri di sicurezza e salute» che non è pochissimo, vista la durezza della premessa. Per il resto, però, andiamo male. Il termovalorizzatore di Acerra, è noto, è un’incognita perchè deve essere finito e non c’è ancora chi partecipi alla gara per farlo. Due giorni fa la regione ha messo sul tavolo 25 milioni proprio per finirlo. Alla signora Bucella è stata mostrata la sala di monitoraggio delle emissioni. «Mi è stato garantito che, una volta acceso l’impianto, le emissioni dai camini delle tre caldaie saranno monitorate in tempo reale». Ma c’è l’incognita sui tempi. La novità dell’iniziativa della Regione, stanziare 25 milioni, potrebbe essere la premessa per la mossa a sorpresa: ultimare autonomamente l’impianto e poi metterlo in gara pronto all’accensione. Ganapini, da parte sua, si dice fiducioso di di avere frecce all’arco per provare a fermare la procedura di infrazione. I Cdr: ieri gli inviati di Bruxelles hanno visitato quello di Giugliano. E non sono rimasti convinti per nulla dell’efficienza del sistema di trattamento del percolato, il liquido di fermentazione che cola dai rifiuti. Ma il commissario De Gennaro ha un «fatto nuovo»: il piano di bonifica dei Cdr che, da qui ad un paio di mesi, potrebbero con poca spesa (si parlerebbe di non più di 4 milioni di euro), diventare fabbriche vere di combustibile da rifiuto. Le discariche: Serre, Macchia Soprana, è un cantiere dove si bonifica una vecchia discarica e, parallelamente, si costruiscono nuove vasche. Lo sforzo per garantire il drenaggio dei metalli pesanti presenti nella vecchia discarica è stato apprezzato. Comunque occorre abbattere il quantitativo di rifiuti in discarica. Con una differenziata «non al cinque, al sei, al dieci per cento. Ma ben più sostanziosa». Saremo condannati? La signora indica la via d’uscita: «Il calendario». Se oggi commissariato e Regione saranno convincenti sui tempi (accensione del termovalorizzatore, bonifica dei Cdr, partenza della differenziata», forse alla Campania sarà concessa una chance.
CHIARA GRAZIANI
Il Mattino 15/02/08
Il Tour
Il signor Helmut Mauer, tedesco, è il responsabile legale per il contenzioso sui rifiuti della commissione europea. È anche nelle sue mani il destino della procedura di infrazione aperta contro la Campania e l’Italia. Ieri, accanto a Pia Bucella, direttrice della direzione generale ambiente, inviata della Commissione, c’era pure lui ad ispezionare l’embrione di sistema di smaltimento rifiuti che ha messo la regione nelle note e disastrose condizioni. Pare che una delle cose che più negativamente ha colpito il signor Maurer, e non poteva essere altrimenti, siano stati i cumuli di sacchetti abbandonati a montagne per strada nella provincia di Napoli. Una cosa è trattare, in commissione petizioni, le lamentele scritte che piovono da tutta Europa, un’altra è trovarsi sotto gli occhi e sotto il naso la crisi. Il suo braccio destro è italiano, toscano per l’esattezza, e si chiama Lorenzo Pazzagli. Anche lui un esperto di contenzioso sui rifiuti, fa parte dell’unità legale che deve preparare il conto finale. Gli inviati di Bruxelles erano accompagnati dal professor Roberto Adam del dipartimento delle politiche comunitarie della presidenza del consiglio che, oltre ad essere ordinario di diritto dell’Unione Europea a Roma, è stato a lungo consigliere giuridico della rappresentanza permanente d’Italia presso la Ue. Lo accompagna la signora Patrizia Ragni che, sempre per il dipartimento delle politiche comunitarie «attua le azioni necessarie per prevenire il contenzioso». Ossia, nella circostanza, cerca di evitare all’Italia ed alla Campania di finire alla sbarra. La signora Bucella, che guida la delegazione, alla fine della sua prima giornata di ispezione ha dato un suggerimento, fra i tanti, alla Campania. «Ricostruire la fiducia dei cittadini istituendo un organismo di monitoraggio indipendente che, in piena trasperenza, comunichi i suoi dati giorno per giorno». Anche questo potrebbe convincere i tre inviati di un’autentica buona volontà. c.gr.
Helmut Mauer
Il Mattino il 15/02/08
Compattatori comprati con i fondi Por e poi scomparsi Dopo la Procura al lavoro anche gli ispettori del Tesoro
Consorzi di bacino: anche i magistrati sono al lavoro per capire che cosa è successo in questi anni. C’è un dato inquietante, noto da anni, ma ancora misterioso: nel Duemila sono stati spesi 80 milioni di euro per acquistare mezzi per la raccolta differenziata. Un intervento finanziato con i Por Campania e voluto dal commissariato per i rifiuti. Otto anni dopo, ancora non si sa dove siano quei veicoli. Su questo fronte indagano la Procura e gli ispettori del ministero del Tesoro e della protezione civile. Uno degli obiettivi delle indagini, ma non l’unico, è quello di accertare se vi sia stato un sabotaggio di quei mezzi acquistati nel Duemila. Sotto controllo anche i contratti e gli appalti. Al termine delle verifiche gli 007 del ministero decideranno se inviare gli atti alla Corte dei conti o alla magistratura. Le indagini della Procura di Napoli vanno avanti ormai da mesi. Facciamo un passo indietro. I diciotto consorzi di bacino furono istituiti nel ’93 per occuparsi della raccolta differenziata, mai veramente decollata in molte aree della Campania. Nel Duemila l’acquisto dei mezzi. Nel 2004 alla commissione sul ciclo dei rifiuti il commissario Catenacci, che era subentrato a Bassolino, ha spiegato: «Si tratta di automezzi acquistati e dati in uso ai vari Comuni, ai consorzi e in modo particolare all’Asia. Ho la sensazione che molti di questi veicoli non siano stati mai usati, che abbiano preso una strada sbagliata. Probabilmente sono nelle mani di appaltatori di nettezza urbana dei vari comuni». Poi la palla è passata a Bertolaso che ha dato il via alle indagini amministrative. E nell’aprile di quest’anno, nel corso dell’audizione presso la commissione sull’emergenza rifiuti, il tema è stato ripreso dal procuratore Lepore. Le ipotesi sui mezzi fantasma suggerite di volta in volta dai commissari, dai dipendenti dei consorzi, dai diversi sindacati che li rappresentano, dai parlamentari che hanno partecipato alle diverse commissioni d’inchiesta, sono state diverse. Si è parlato di possibili sabotaggi, di furti, ma anche del passaggio degli automezzi alle municipalizzate e, attraverso queste, alle ditte private che hanno lavorato alla raccolta dei rifiuti. In questi anni sono stati commissariati i consorzi Napoli 3, 4 e 5 (il commissario ad acta di quest’ultimo e l’assessore del Comune di Napoli Gennaro Mola)e il Ce 4, sul quale c’è già stata un’inchiesta della magistratura che ha portato a numerosi arresti. Tra gli altri, a maggio, dell’anno scorso finirono in manette il sub-commissario Claudio De Biasio e Giuseppe Valente, presidente del Ce4. Ma a quanto pare le indagini della magistratura non si sono fermate e, a questo punto, della vicenda si sta interessando anche la procura napoletana. Mercoledì della inutilizzabilità dei compattatori, e dei possibili sabotaggi, si è parlato anche nel corso della trasmissione televisiva Matrix.
DANIELA DE CRESCENZO
Il Mattino il 15/02/08
