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Rifiuti, la Regione non convince gli ispettori. «Ganapini? A Salerno il termovalorizzatore lo farò»

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Promosso il commissario, bocciata la Regione. L’Europa che ci attende al varco del 4 marzo, quando la Campania dovrà giustificare per iscritto la sua eterna emergenza rifiuti tramite l’esperto di infrazioni comunitarie della presidenza del Consiglio, Roberto Adam, ha il viso falsamente rassicurante della garbata signora Pia Bucella. La pagella alle istituzioni, alla fine, è stata severa. Almeno per l’amministrazione regionale. Al tavolo prestato dalla Prefettura alla direttrice della direzione generale Ambiente della Commissione di Bruxelles, si sono seduti ieri l’uomo dell’emergenza, il commissario straordinario Gianni De Gennaro, e quello che dovrebbe gestire la normale amministrazione di un ciclo dei rifiuti degno di un paese normale, il neo assessore – nonchè ex presidente per l’Italia di Greenpeace – Walter Ganapini. De Gennaro ha dato un calendario preciso di interventi strutturali, quelli che interessano la Ue, a partire dalle discariche provinciali del decreto del maggio scorso. Inizio dei lavori a Savignano Irpino in settimana (ndr per oggi i comitati locali hanno indetto una manifestazione di protesta), martedì incontro con la Provincia di Benevento ed avvio delle procedure per l’apertura di Sant’Arcangelo Trimonte. Poi si passerà a Terzigno, discarica provinciale per Napoli. Un punto, questo, sul quale l’esame al commissario s’è fatto stringente. Terzigno, infatti, è nel parco nazionale del Vesuvio e la signora Bucella ha voluto saperne di più. La discarica si farà, avrebbe detto il commissario, perchè è previsto da una legge dello Stato e perchè fare retromarcia indebolirebbe il suo già accidentatissimo lavoro in progress, a tutto scapito di una soluzione definitiva. Ma, nonostante i poteri che glielo consentirebbero, De Gennaro non sverserà di tutto a Terzigno, solo frazione organica stabilizzata. Uno studio di fattibilità del ministero dell’Ambiente, firmato dall’ingegner Marco Giangrasso, garantisce alla Ue ogni cautela ambientale. Qualche motto sarebbe volato, poi, sul censimento pignolo delle farfalle del parco (44 i tipi di lepidotteri diurni) e delle formiche rosse (o formicidi). Il clima, dunque, si era disteso. Esame passato. Su Salerno e Caserta (che, per inciso, nel decreto del maggio non era compresa perchè era aperta la discarica di Lo Uttaro, oggi sotto sequestro), garantisce De Gennaro, entro i 60 giorni del mandato. Intanto nel sito di Santa Maria la Fossa, lunedì prossimo aprirà una seconda vasca. È stata la calendarizzazione del piano a convincere la signora. Calendarizzazione che non avrebbe offerto, invece, l’assessore Ganapini. Più che a lui, fresco arrivo, è per l’amministrazione regionale il monito secco che la signora rilascia alla stampa lasciando la prefettura: «Credo che l’Europa abbia atteso fin troppo. Aspettiamo di leggere le risposte al parere motivato». Non è finito sul tavolo degli ispettori Ue, quattro in tutto, il piano per la differenziata preannunciato da anticipazioni di stampa come lo scheletro dimenticato nel cassetto dal commissariato fin dal 2003. Ganapini avrebbe, invece, a lungo parlato della necessità di unire dal basso le forze positive, dalle Ong alle parrocchie. Il solito fumo sociologico, avrebbe detto in sostanza la garbata signora, il cui aspetto materno può ingannare l’interlocutore. «Ci aspettavano un calendario operativo per la differenziata. Con quote di smaltimento ed avvio dell’opera di prevenzione della formazione del rifiuto, oltre che del riciclaggio», è stata la contestazione. Qualcosa come le quote previste dal piano dell’allora commissario Alessandro Pansa, che prevedeva un 45% di differenziata entro il 2010. Alla fine è stato consegnato un documento da valutare in altra sede. Non solo. Grossa insoddisfazione è stata manifestata per l’incertezza sui tempi del termovalorizzatore- sulla cui gara lavora il prefetto Goffredo Sottile, commissario liquidatore – sui lavori fermi alle caldaie. E la bonifica dei Cdr, decisione anche questa che, alla fine toccherà a Sottile, è stata sollecitata. Gli esami dunque, non finiscono. Prossimo appello a marzo.


CHIARA GRAZIANI
Il Mattino 16/02/08


«Ganapini? A Salerno il termovalorizzatore lo farò»

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«Sono commissario di governo, ho un mandato che va ben oltre le decisioni regionali. Insomma io vado avanti sulla mia strada. Il termovalorizzatore a Salerno lo voglio, serve costruirlo, lo farò». Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, commissario di governo per la realizzazione dell’impianto – il terzo della Campania dopo Acerra e Santa Maria la Fossa – per termovalorizzare i rifiuti, è inflessibile. Ma avrà sentito il neo assessore regionale all’Ambiente? Ganapini dice che di termovalorizzatore ne basterebbe uno. «Io per la verità il 12 marzo sarò a Los Angeles». A fare cosa? «A parlare con Frank O.Gehry, il grande architetto che ha costruito a Bilbao il museo Guggenheim. Vorrei che fosse lui a metter mano alla parte architettonica del progetto. Immagino un termovalorizzatore anche bello da vedere, con qualità estetiche che richiamino appassionati d’arte». Sì ma i soldi? «Ne ho parlato alla Regione l’altra settimana con il vicepresidente Valiante». Quanto? «In tutto 400 milioni. Ma noi ne dobbiamo mettere 150, il resto lo otterremo dalle banche, ma una parte deve metterla la parte pubblica». Che risposte ha avuto? «Ci sono i fondi europei che possono essere utilizzati. Ho avuto assicurazioni in questo senso. D’altra parte l’Unione europea è pronta a sanzionare l’Italia sul tema rifiuti». Non teme che si possa essere alla vigilia di una modifica del piano regionale rifiuti? «Ripeto, fino a quando ci sarò io il progetto a Salerno andrà avanti. Ho un mandato della presidenza del Consiglio. E fino a quando ci sarò io la città di Salerno resterà pulita. Non vedrete mai un sacchetto d’immondizia per le strade». A che tecnologia pensate, avete già accordi di partnership? «Abbiamo uno studio dell’università di Salerno. Pensiamo alla migliore tecnologia attualmente disponibile e utilizzabile: la stessa delle centrali che si trovano al centro delle grandi città europee». Ci sono contatti, si parla dell’italiana A2A o la francese Veolia. «Mi appoggio a un gruppo di lavoro istituito presso il Comune. Si tratta di nostri tecnici, non dispongo di tecnostrutture. Con loro lavoriamo alla messa a punto della gara. Mi aspetto che in primavera inoltrata comincino i lavori delle opere murarie. Abbiamo dalla nostra la possibilità di incentivare l’investimento con i benefici del Cip 6, il riconoscimento di un prezzo maggiore all’energia prodotta da questi impianti».

GIANNI COLUCCI
Il Mattino il 16/02/08



«Differenziata, un piano gratis ma il comune l’ha sprecato»
Il vicedirettore del Conai: fallito due volte

C’è un piano fantasma per la raccolta differenziata a Napoli. Un piano «regalato» all’amministrazione comunale e presentato per ben due volte alla stampa, mai però realizzato. Ne svela i retroscena Walter Facciotto, vicedirettore del Conai, il consorzio nazionale imballaggi delegato dal decreto Ronchi a seguire il passaggio dallo smaltimento in discarica a un sistema basato sul recupero e sul riciclo dei rifiuti solidi urbani. «Con il Comune di Napoli eravamo in rapporti dal ’99 – spiega il funzionario milanese – Nel 2003, d’accordo con il commissariato straordinario, preparammo un progetto organico di raccolta della differenziata, avvalendoci della consulenza di Fortunato Gallico, un tecnico di provata esperienza, leader di una società specializzata che qualche anno prima aveva già affrontato e risolto il problema a Milano, dove era assessore, con Marco Formentini sindaco, Walter Ganapini: lì nel giro di quattro settimane le percentuali di raccolta passarono dal 12 al 33 per cento. Un successo clamoroso». A Napoli invece… «Vi fu una presentazione pomposa del piano, a marzo 2003. Il Comune avviò una fase sperimentale in due quartieri, Posillipo e Capodimonte, che garantì subito ottimi risultati. Furono individuati i siti per sistemare bidoni e cassonetti, si cominciò a lavorare per la fase del porta a porta. Tutto a gonfie vele. Poi all’improvviso si bloccò tutto». Cosa era successo? «Una delle tante, ricorrenti fasi di emergenza aveva costretto l’assessore Di Mezza a convogliare tutti i mezzi sulla raccolta dei rifiuti generici in esubero. Di nuovo caos nell’organizzazione dei turni, code estenuanti e paralisi sulle strade delle discariche. Addio differenziata, non se ne fece più nulla». La seconda volta? «Lo stesso piano fu riproposto, sempre gratuitamente, alla società Asia. Nel mese di maggio 2004 secondo tentativo con il lancio della campagna ”Napulita”. Conferenze stampa, manifesti, campagne di giornali, spot. Entusiasmo alle stelle. Pochi mesi dopo, però, altra emergenza, camion e autocompattatori dirottati per scongiurare il peggio nelle strade sommerse dai rifiuti generici, per la seconda volta capitali bruciati, danni incalcolabili per la città, fine della speranza». Non mi dica che anche voi ci avete rimesso… «Siamo giù di almeno due milioni. Progetti del genere, in un territorio difficile come quello napoletano, costano». Ma quali sono i vostri scopi concreti? «Lo spirito di solidarietà civile, al primo posto. Al secondo la possibilità di recuperare risorse attraverso un corretto riciclo degli imballaggi». Operate in tutta Italia, in Campania avete trovato il vostro punto nero? «Meglio sarebbe dire a Napoli. Nel resto della regione stiamo lavorando con successo in diverse città. A Salerno la differenziata partirà da marzo. Per Avellino abbiamo preparato un piano che il commissario De Gennaro ha presentato qualche settimana fa. Il peggio è a Napoli. Con i problemi che la città si ritrova, purtroppo, temo che sia sempre più difficile individuare soluzioni per uscire dall’attuale emergenza».

FRANCO MANCUSI
Il Mattino il 16/02/08

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