L’esecuzione in pieno giorno mentre la vittima sta ordinando una pizzetta nella focacceria di via Campana. A cadere sotto i colpi dei killer, Carmine Starace, 46 anni, con un lungo curriculum di precedenti e ritenuto vicino al clan Pianese. Presumibilmente non era un bersaglio, ma rimane coinvolto e leggermente ferito nell’agguato, anche il giovane che era in compagnia di Starace, Stefano Falco, 19 anni, con precedenti per droga, medicato e poi dimesso dall’ospedale San Giuliano di Giugliano. L’omicidio di ieri mattina, potrebbe essere il chiaro segnale di ripresa della faida per conquistare il controllo di un territorio, eliminando gli ultimi fedeli della sua storica cosca. L’agguato poco prima di mezzogiorno. Starace e Falco entrano nella focacceria al civico 112 di via Campana «Pummarulella», a due passi dalla caserma dei carabinieri e da una scuola media. Entrano per uno spuntino – come racconterà poi ai carabinieri il proprietario della pizzeria, Roberto, solo nel suo locale. I due però non fanno in tempo a completare l’ordinazione che il commando è già in azione. I carabinieri coordinati dal capitano Alessandro Andrei e dal tenente Massimiliano Russo, guidano le indagini, ma non hanno ancora accertato quanti fossero i killer. L’unico dato certo è che i sette bossoli ritrovati sulla scena del delitto, sono partiti dalla stessa pistola, puntata contro un bersaglio che non bisognava mancare. Una folla silenziosa di curiosi ha assistito per ore al lavoro degli inquirenti che, come sempre, non hanno ottenuto la collaborazione di quanti avrebbero assistito al delitto. Ascoltato il titolare della pizzeria, unico testimone oculare, nessun altro in una strada che attraversa palazzi, negozi e che si trova non lontano dalla caserma dei carabinieri, sembra abbia visto niente. Le indagini sono concentrate sul movente e sul mandante di un’esecuzione che rompe definitivamente i già precari equilibri tra le cosche locali. L’omicidio di Starace potrebbe essere maturato in seno alla scissione tra i fedelissimi all’erede del defunto boss Nicola «O mussuto», Raffaele Nicola Pianese, 19 anni reggente del sodalizio criminale, e le cosche che controllano i territori confinanti, intenzionate a trasformare anche Qualiano, in un loro feudo.
MONICA D’AMBROSIO
Il Mattino il 17/02/08
Videosorveglianza riprende il delitto caccia ai killer
Le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza esterne alla caserma dei carabinieri, a due passi dal luogo del raid: sono questi gli unici spunti d’indagine per i carabinieri della compagnia di Giugliano ed i colleghi di Castello di Cisterna, per provare a risalire agli esecutori dell’omicidio di Carmine Starace, 47 anni, freddato sabato mattina da quattro proiettili di una calibro 9×21, mentre era in una pizzetteria di via Campana. A farsi strada tra le altre, l’ipotesi che l’omicidio possa essere maturato in seno alla faida interna ai clan della zona. Starace, era uno dei fedelissimi al clan Pianese, spaccato in due dalla morte del numero uno della cosca, Nicola Pianese, assassinato in un agguato di camorra nel settembre del 2006, a pochi mesi dalla scarcerazione. Da allora, a controllare gli affari del clan, per conto del defunto padre, è Nicola Raffaele Pianese, appena ventenne, ma già reggente della cupola criminale. Finito in manette anche l’erede del boss, la gestione del racket e del traffico di droga, continuano a lesionare i rapporti tra i clan della zona, con l’unico interesse di sostituirsi ai Pianese. Interesse che è già costato la vita ad altri uomini rimasti fedeli ai Pianese. Pochi mesi dopo la morte del boss, la camorra sentenziò quella di Pasquale Russo detto «’O cartunaro» che cadde sotto i colpi di killer giunti a bordo di un’ambulanza. Poche settimane dopo, invece, toccò ad un’altro fedelissimo, Armando Alderio, freddato dai sicari mentre percorreva Via Campana in compagnia di un’altra persona rimasta miracolosamente illesa. Era il 7 febbraio del 2007 invece, quando Vincenzo Iuffredo, 25 anni, fu gambizzato. A detenere il controllo deglio affari, era rimasto Nicola Raffele Pianese, arrestato nell’ottobre 2007, durante un summit di camorra interrotto da un blitz dei carabinieri. Sabato mattina, l’omicidio di Starace, altra pedina importante nello scacchiere malavitoso: è il chiaro segnale che la tregua tra i clan si è interrotta. Oggi potrebbe essere il giorno dell’interrogatorio a Stefano Falco, il diciannovenne rimasto ferito da due dei sette proiettili esplosi per uccidere Starace. Dimesso nella stessa giornata di sabato, Falco potrebbe essere la chiave di lettura dell’ennesimo delitto che fa tremare la città.
MONICA D’AMBROSIO
Il Mattino il 17/02/08