Cala l’allarme sul cromo esavalente: le analisi dell’Arpac, che ha siringato il sottosuolo della discarica di Villaricca da 4 pozzi spia, smentiscono (questi i primi risultati informali) quelli del gestore, il consorzio di bacino che dieci giorni fa aveva segnalato la presenza della sostanza cancerogena. Resta da capire chi abbia segnalato al commissariato di governo, ed al prefetto De Gennaro, la possibilità di sversare a Villaricca 35mila tonnellate contro quelle poi accertate di 10mila: che è poi il motivo vero della rinuncia all’uso di Villaricca. L’ufficio dell’allora commissario Bertolaso la riteneva quasi satura all’epoca della prematura chiusura a maggio scorso. L’abbancamento, ossia la possibilità di deporre altri strati di rifiuti, è un calcolo che dovrebbe spettare al gestore. Chi gestisce la discarica ha, infatti, dei protocolli precisi da seguire, controlli periodici da fare. Feve tenere in funziona, ad esempio, i famosi pozzi-spia dai quali si tira su l’umore della discarica per sapere se qualcosa migliora o peggiora. Sempre il gestore dovrebbe, via via, prosciugare il percolato. Colando dalla spazzatura il liquido, tra l’altro, incide sulla capienza. Villaricca, una delle discariche che non riaprirà, si trova in area Sin, ossia in zona da bonificare (Sin sta per sito di interesse nazionale per le bonifiche). Come Lo Uttaro, provincia di Caserta, sotto la quale stanno emergendo i resti di altre discariche abusive di fanghi industriali e rifiuti di vario genere. I due siti hanno un gestore terzo, i consorzi di bacino. Quello di Lo Uttaro, area già usata in passato per altre discariche circostanti, fu affidato dall’allora commissario Bertolaso al sub commissario presidente della Provincia De Franciscis ed al sindaco Nicodemo Petteruti. Il gestore attuale è il consorzio di bacino. I due consorzi, dunque, dovrebbero avere la carta d’identità delle due discariche. Chi ha autorizzato cosa, in base a quali analisi. Ogni discarica ha, infatti, il suo fascicolo. E non può essere che questo fascicolo ad avere fatto testo per le scelte del commissario De Gennaro che dispose della sua unità di crisi di esperti dal 17 gennaio e comunicò il suo piano, elaborato con i rappresentanti dei ministeri della Salute, dell’Ambiente e della protezione civile, il 21.
Il Mattino il 19/02/08
Dati falsi, vertice dei pm i tecnici si assolvono
Dati sballati, approssimativi, finiti nelle mani del prefetto De Gennaro: accuse che fanno discutere, mentre il commissariato per le bonifiche si difende, richiamando le responsabilità del commissariato antirifiuti. Centro direzionale, Procura della Repubblica, si lavora sulle tante facce dell’emergenza. Un faccia a faccia ieri tra l’aggiunto del pool Ecologia Aldo De Chiara e il procuratore Giovandomenico Lepore. Questa mattina riunione di coordinamento tra il capo dei pm e tutti i suoi vice. Il tema caldo, inutile dirlo, sono le novità apportate nel piano del commissario Gianni De Gennaro, anche alla luce delle ultime esigenze emerse nel corso della strategia anticrisi. De Gennaro ha recentemente puntato l’indice contro i dati disponibili, materiale informativo non sempre aggiornato, non sempre in linea con lo scenario reale. Il vertice di questa mattina punta a mettere a fuoco una realtà poco chiara, mentre sui dati messi a disposizione agli inquilini di Palazzo Salerno intervengono i vertici del commissariato per le bonifiche. Arcangelo Cesarano, subcommissario alle Bonifiche fino allo scorso 31 gennaio, (quando la struttura ha chiuso i battenti) spiega: «La nostra struttura non ha mai ricevuto richieste, né mai ha inoltrato al Commissariato rifiuti alcun dato sui siti indicati nel piano De Gennaro». Cesarano interviene proprio sulle discariche su cui De Gennaro è stato costretto a rivedere i suoi piani: «Le discariche in località Lo Uttaro e Villaricca sono nelle competenze del commissariato rifiuti, sia per l’esercizio che per la gestione successiva, qualora gli impianti fossero stati chiusi attraverso un provvedimento ufficiale. In base all’articolo 10 dell’ordinanza 3100/2000 – precisa Cesarano – non rientrano nelle competenze dirette del settore bonifiche neppure le discariche di Contrada Pisani a Pianura e di Parapoti in provincia di Salerno, in quanto esterne ai siti di interesse nazionale presenti in Campania». Cesarano affronta anche la questione economica: «Per quanto riguarda il terzo invaso – una discarica abusiva – del sito Contrada Pisani, il Commissario alle Bonifiche, a fronte di una carenza di disponibilità economiche lamentata dal Comune di Napoli, responsabile degli interventi sul sito, ha finanziato la messa in sicurezza di emergenza nel 2002 e il piano di caratterizzazione nel 2005, per complessivi 590mila euro». Intanto, i vertici del Commissariato dei rifiuti confermano le imprecisioni dei dati offerti all’inizio della mission di De Gennaro: informazioni poco aggiornate, approssimative. Gli esperti del genio militare hanno riscontrato un gap tra le informazioni disponibili sul cartaceo e lo stato attuale di alcuni siti e discariche. Un gap tutto da spiegare, probabilmente figlio di un lavoro svolto in passato e poco aggiornato. Un gap su cui ora occorre agli inquirenti fare chiarezza, anche per ridare slancio all’azione anticrisi.
LEANDRO DEL GAUDIO
Il Mattino il 19/02/08
Duemila tonnellate a terra, ripartono i treni. Ok al nuovo piano. Bombola tra i rifiuti a Melito: feriti due vigili del fuoco
Ci sono ancora oltre 2000 tonnellate di spazzatura a terra, ma dal commissariato per i rifiuti arriva una buona notizia: fino a giovedì Napoli potrà conferire agli impianti di smaltimento 500 tonnellate aggiuntive rispetto alla produzione quotidiana. Vale a dire che da 1400 si passa 1900 tonnellate al giorno da poter sversare nei cdr, in discarica e da trasferire sui treni. Se questo nuovo piano per Napoli dovesse funzionare, la città giovedì potrebbe respirare. Flebili segnali di speranza per uscire dal tunnel, tutto ruota intorno, naturalmente, allo sblocco dei treni per la Germania che appare ormai imminente. L’ultima carta utile da giocare atteso che i siti di stoccaggio sul territorio sono saturi e contegono oltre 20mila tonnellate di spazzatura. I quartieri più colpiti dalla crisi come sempre sono quelli della periferia: nella zona orientale e in quella nord le situazioni più critiche. Quella più paradossale è invece nell’area occidentale dove la stessa sede di Asìa in via Antiniana è accerchiata da tonnellate e tonnellate di rifiuti, come documenta anche un filmato anche su YouTube. «Non possiamo farci nulla – spiegano dal quartier generale dell’azienda per la raccolta dei rifiuti – siamo in territorio di Pozzuoli e tocca a quel Comune provvedere non a noi». Sarà pure così ma ormai un’intera carreggiata è letteralmente ricoperta da spazzatura al punto che ci sono anche problemi di viabilità. Lo stesso discorso vale per molti quartieri di Napoli ormai allo stremo. L’Asl sta effettuando mediamente 150 interventi al giorno per disinfestare cumuli di spazzatura bruciata per evitare che si sprigioni diossina oppure rendere innocue montagne di sacchetti che spesso giacciono nelle vicinanze di edifici pubblici oppure di negozi. Oggi dunque il nuovo piano per liberare Napoli dall’immondizia dovrebbe decollare ed entro giovedì dare i risultati sperati, vale a dire una città finalmente normale. Situazione ancora grave in provincia, come dimostra il numero dei roghi (55) e l’emergenza che si registra in particolare a melito, comune sommerso dai rifiuti. Qui due vigili del fuoco sono rimasti leggermente feriti nel corso delle operazioni di spegnimento di un rogo di rifiuti in via Roma. A provocare il ferimento dei due vigili è stata l’esplosione di una bombola gettata tra i rifiuti. I due vigili, soccorsi dai loro colleghi, sono stati portati in ospedale, dove sono stati medicati e dimessi lu.ro.
Il Mattino il 19/02/08