di MARCO DI CATERINO
L’Asse Mediano degli scandali. Una macchia d’olio sulla carreggiata nord e l’importante strada di collegamento resta chiuso per oltre sette ore tra Afragola e Frattamaggiore. Una situazione assurda, perchè nonostante l’intervento della polizia, non è stata trovata una squadra di operai della manutenzione per pulire con sabbia e segatura la striscia d’olio persa da un veicolo incidentato. E per pochi minuti di lavoro si è verificato l’ennesimo blocco della circolazione iniziato poco dopo le quattordici e proseguito fino a quasi alle otto di ieri sera.
La coda si è formata nelle prime ore di un pomeriggio domenicale come tanti, quando con l’aumento del flusso delle auto la circolazione si fa difficile. Il traffico tra Afragola e Frattamaggiore è andato in tilt perchè la chiusura dell’Asse Mediano, con uscita obbligatoria allo svincolo di Afragola ha interessato pure le auto che provenivano dall’autostrada Milano – Napoli.
L’ennesimo giorno nero per migliaia di automobilisti è cominciato con un tamponamento tra un tir e sette autovetture che per fortuna si è risolto con danni solo alle auto. E in questo caso, i disagi sono stati ridotti solo grazie all’iniziativa personale degli agenti del commissariato di Afragola, diretto dal vice questore Maurizio Fiorillo, che dopo essersi procurati la sabbia, hanno provveduto a spargerla sulla sede stradale facendo riprendere la circolazion, anche se su una sola corsia.
Dieci minuti dopo, la centrale operativa ha segnalato una nuova macchia d’olio nei pressi dello svincolo di Frattamaggiore. Ed è scattato il blocco della circolazione su tutto il tratto. In pratica, migliaia di automobilisti sono stati costretti ad uscire allo svincolo di Afragola, attraversare Cardito per immettersi di nuovo sull’asse Mediano a Frattamaggiore. «Presenterò una denuncia alla magistratura», dice un avvocato coinvolto nella deviazione forzata. «È da criminali, bloccare una strada come l’Asse Mediano, per oltre sei ore, solo perchè non si trova una squadra di operai della manutenzione».
IL MATTINO 3 MARZO 2003
