Non accenna a diminure l’emergenza rifiuti nell’hinterland. Gli scarichi aggiuntivi concessi due giorni fa dal commissariato straordinario di governo al Comune di Pozzuoli hanno solo in parte attenuato i problemi di un’emergenza rifiuti che non conosce tregua. Le 100 tonnellate, che si aggiungono alla produzione giornaliera di spazzatura, sono una piccola boccata di ossigeno e nulla più: quintali di spazzatura giacciono ancora accatastati nella zona del centro storico e sul lungomare. I cumuli hanno occupato quasi per intero il marciapiede che costeggia via Solfatara, mentre il pattume ha invaso anche una parte del piazzale antistante l’ex Smom ed il sagrato della chiesa francescana di San Gennaro, indicato dalla tradizione popolare come il luogo del martirio del santo patrono di Napoli. Del resto non certo migliore è la situazione in via Campana, ai confini con Quarto, e nel quartiere popolare di Monterusciello, ripulito solo in parte. Anche in questo caso l’emergenza non risparmia le zona nei pressi dei luoghi di culto: a poche centinaia di metri dalla concattedrale di San Paolo, infatti, vi sono ancora cumuli non rimossi da quasi un mese. Una situazione ai limiti, come hanno scritto nei giorni scorsi anche i commissari straordinari che amministrano Pozzuoli in una nota inviata al supercommissario Gianni De Gennaro: una condizione da tamponare con gli sversamenti aggiuntivi, ma che potrà essere risolta definitivamente solo con la istituzione delle isole ecologiche e con il defintivo decollo del nuovo piano di raccolta predisposto dai commissari. Ed è protesta, invece, a Giugliano, dove ieri mattina, i residenti del quartiere Camposcino hanno messo su una protesta contro la mancata raccolta dei sacchetti della raccolta differenziata. Da giorni infatti, i cittadini depositano plastica, carta e vetro senza che nessuno vada a raccoglierli. Piazza Camposcino è stata tappezzata da materiali differenziati, fortunatamente non maleodoranti. Il Comune per tentare di tamponare l’emergenza, anziché organizzare la raccolta porta a porta, ha istituito isole ecologiche itineranti. Per tre giorni la settimana gli addetti ai lavori gireranno per il centro città, mentre, nel fine settimana, si arriverà lungo la zona costiera. Il blocco del Cdr invece, non ferma la raccolta a Giugliano che dispone di un sito di trasferenza a Masseria del Pozzo. Sempre a Giugliano si parla di bonifica. «Avviata la bonifica a Giugliano» è il tema dell’incontro promosso dall’amministrazione comunale che si è svolto ieri sera a Palazzo Palumbo. «Da quindici anni il nostro territorio è sottoposto ad un vero e proprio stress ambientale – dice il sindaco Francesco Taglialatela – Ora è giunto il momento di correre ai ripari grazie al lavoro concordato con il ministero dell’Ambiente che riguarderà le discariche autorizzate, i siti di abbandono e di stoccaggio dei rifiuti per arrivare fino alle falde acquifere». Il piano è stato illustrato nei dettagli dall’assessore alla bonifica Armando Di Nardo, dal dirigente del settore Ambiente Pierandrea Bentivoglio e dal professor Dino Musmarra della Seconda Università degli Studi di Napoli. Cosa c’è in cantiere? Stanno per partire una serie di azioni per il ripristino dei luoghi nelle aree di stoccaggio delle ecoballe a Taverna del Re, anche sul territorio di Villa Literno, e a ridosso dell’impianto di Cdr. In contemporanea, si procederà al monitoraggio delle acque sotterranee attraverso la realizzazione di 30 punti di prelievo, secondo le indicazioni dell’Arpac che procederà agli accertamenti analitici. A pagare lo scotto di un’amministrazione assente è Melito. Da quasi due anni senza sindaco e giunta, la città incontra notevoli difficoltà nella gestione della crisi. Da mesi invasa da cumuli di spazzatura, Melito non riesce a rissollevarsi. I metri d’altezza dei sacchetti aumentano ogni giorno di più. La strada più emblematica è quella che costeggia il liceo De Carlo. Duecento metri di rifiuti, tra cui divani e frigoriferi, parcheggiati lungo l’arteria. Intanto, primo no dalla Svizzera a Sergio Sedia, l’economista 34enne di Cimitile che in gennaio aveva chiesto asilo politico alla Confederazione per sè e per la moglie incinta a causa della minaccia costituita dai rifiuti sepolti nella Regione: ha risposto l’ambasciatore svizzero a Roma Bernhard Bienz che – riferisce il quotidiano elvetico La Regione Ticino – «rispedisce al mittente la richiesta di asilo». Ma Sergio Sedia non si dà per vinto: «Se sarà il caso, esigerò che la richiesta venga trasmessa immediatamente all’Ufficio federale della migrazione», dichiarandosi pronto a «ricorrere fino alla Corte di giustizia europea e all’Onu». Nel frattempo – aggiunge il giornale – da Napoli è giunta una seconda domanda d’asilo politico alla Confederazione, firmata da Andrea Omboni, 49 anni di Pozzuoli, impiegato comunale. Come Sedia, anche Omboni ha trasmesso un’istanza, lo scorso 20 febbraio, all’ambasciatore elvetico a Roma.
Il Mattino il 27/02/08