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Faida, dagli interrogatori i motivi della frattura del clan

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. Potrebbe arrivare in queste ore la convalida di fermo per Paride De Rosa, catturato dopo due anni di latitanza, dai carabinieri di Castello di Cisterna. Il pericoloso pregiudicato, 42 anni, considerato l’attuale reggente del clan Pianese di Qualiano, è stato stanato venerdì scorso, da un appartamento di Pineta Mare, assieme ad altri affiliati accusati di favoreggiamento: Salvatore Feniello, incensurato di 27 anni, ed i pregiudicati Agostino Migliaccio, 42, Stefano Falco, 18, e Marco Migliaccio, 24, titolare della casa in uso al latitante. Già domani potrebbero avere inizio gli interrogatori fondamentali per far luce sui dettagli della frattura interna alla cosca, una scissione che ha già scatenato plateali esecuzioni. Il periodo preso in esame dagli inquirenti, è quello compreso tra il settembre del 2006, quando il clan viene decapitato con l’uccisione del boss Nicola Pianese, ed il 16 febbraio scorso, quando a rimanere ucciso all’interno di una pizzetteria di via Campana, fu Carmine Starace, per gli inquirenti fedelissimo del defunto boss. Due anni di cruente rivalità tra due frange opposte che si contendono il predominio del territorio. Da una parte gli uomini rimasti fedeli al boss, comandati da De Rosa, dall’altra, la vedova di Pianese, Raffaella D’Alterio, suo figlio Nicola Raffaele ed i parenti della donna. Le due fazioni da due anni sono impegnate in una cruenta guerra che ha visto cadere sotto i colpi dei killer, diversi esponenti del clan. Appena un mese dopo la morte del ras, l’8 ottobre viene ucciso Pasquale Russo detto«’O cartunaro». Passano pochi giorni, è la volta di Armando Alderio, fedelissimo e cognato di Nicola Pianese. È a questo punto che De Rosa assume il controllo degli affari e, per un anno, riesce a garantire la pace sul territorio. Poi, il 16 febbraio scorso muore Carmine Starace, uomo di De Rosa, trucidato da due killer a bordo di scooter che esplodono sette colpi, ferendo anche Stefano Falco, arrestato venerdì scorso: è il segnale che la faida è ripresa. Pistole, fucili di precisione, carabine, munizioni, persino parrucche: il braccio armato della frangia ferita, forse preparava la vendetta di Starace, i carabinieri del Nucleo di Castello, comandati dal maggiore Fabio Cagnazzo, non lo escludono. Gli interrogatori dei prossimi giorni potrebbero dare conferma alle ipotesi investigative.



MONICA D’AMBROSIO – IL MATTINO 02/03/2008

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